Cotticelli favorevole all’azienda sanitaria catanzarese ma senza l’ospedale di Lamezia, 5 Stelle contrari a tutto il pacchetto (VIDEO)

Concordi nel chiedere potenziamento del presidio, ma dipenderà dal decreto ministeriale ad oggi non noto 

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    In attesa di sapere i contenuti del decreto che il ministro Grillo ha annunciato per la sanità calabrese, ed il consiglio dei ministri che il premier Conte ha previsto si terrà in Calabria, il commissario al piano di rientro Cotticelli fa tappa a Lamezia Terme per intervenire ad un incontro organizzato dal locale meet up e dal movimento 5 stelle a 2 settimane dalla riunione che si terrà a Roma di monitoraggio.
    Il generale dei carabinieri si era già schierato contro l’accorpamento del Giovanni Paolo II nell’azienda sanitaria di Catanzaro come previsto dalla legge votata dal consiglio regionale, riorganizzazione che dovrà vedere anche la firma dello stesso commissario che aveva presenziato alla riunione di commissione regionale da cui è nata la contestata legge regionale. Cotticelli però pone già un primo paletto: «discuteremo solo dell’integrazione degli ospedali di Catanzaro, e non altro». Mentre i 5 Stelle annunciavano nei giorni scorsi l’intenzione di impugnare e bloccare tutta la legge, il generale dei carabinieri ne circoscrive l’ambito e guarda al resto della regione.
    «Arrivato in Calabria ho visto l’abbandono e la rassegnazione nei presidi ospedalieri, mentre calabresi sono tantissimi professionisti che operano nelle altre realtà italiane. Per questo la prima richiesta è stata quella di avere gli strumenti adeguati, come revocare chi non ha raggiunto gli obiettivi o non aveva a pieno i requisiti», contesta Cotticelli, «ho richiesto anche dotazioni finanziarie adeguate per rimettere in sesto le strutture non a norma, non si può parlare di ulteriori chiusure. Dietro strutture che non funzionano c’è anche la speculazione, e l’autorità giudiziaria dovrà giudicare coloro i quali ne sono responsabili». 
    Se l’integrazione tra Pugliese Ciaccio e Mater Domini viene definita virtuosa dal commissario, dando così un giudizio positivo al contrario delle critiche dei 5 Stelle, non lo stesso è il giudizio per l’integrazione dell’ospedale lametino, definita «una realtà più piccola che andrebbe ad essere penalizzata, mentre il suo ruolo è quello di stare in rete con Soveria Mannelli e Soverato all’interno dell’Asp di Catanzaro». L’azienda sanitaria provinciale potrebbe anche essere commissariata per infiltrazioni mafiose nel frattempo, ma è un altro aspetto che dipenderà da ministero diverso (Interno, guidato da Salvini, e per i leghisti in sala presente anche l’altro deputato lametino, Furgiuele) rispetto a quello cui fa riferimento Cotticelli.
    Rivolgendosi poi al sindaco Mascaro il commissario rilancia: «lei è rappresentante di questa comunità, condivido la richiesta di fare tornare il presidio di Lamezia ad essere fiore all’occhiello delle prestazioni di tutta l’area che abbraccia anche il basso cosentino ed il vibonese, ma questo non avverrà se si sarà inglobati nell’azienda catanzarese».
    La chiave rimane così quella di nuove assunzioni di personale ed investimenti di strumentazioni, soluzione che però deve essere inquadrata all’interno di un piano di rientro in cui il potere di spesa non è libero da vincoli. 
    Il quadro di prestazioni peggiori e debito sanitario in salita viene infatti offerto da Dariush Assadi, attivista del Meet Up lametino, evidenziando l’emigrazione sanitaria in ascesa ma anche la non condivisione del progetto in itere per l’utilizzo dei 20 milioni di euro destinati dal precedente Governo per il Giovanni Paolo II.
    Ricorda la proposta di legge presentata dai 5 Stelle per riorganizzare tutta la sanità regionale (con 3 sole aziende senza distinzioni in hub e spoke, con l’area centrale della Calabria che vedrebbe così insieme Lamezia e Catanzaro) anche il deputato Giuseppe D’Ippolito, auspicando investimenti per riaprire i reparti chiusi e potenziare quelli esistenti. Che ne sarà di tali auspici dipenderà ancora dalle scelte del Governo, sia in termini di finanziamenti che di scelte organizzative.

     

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    Un post condiviso da Lameziainforma (@lameziainforma) in data: Mar 22, 2019 at 9:25 PDT

     

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