Consiglio di Stato fa tornare la terna commissariale, accolta l’istanza di sospensione

La discussione della domanda cautelare in sede collegiale, in camera di consiglio, si terrà l’11 aprile.

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Il Consiglio di Stato accoglie l’istanza cautelare di tutela provvisoria e per l’effetto, sospesa l’esecutività della sentenza qui impugnata n. 2386 del 22 febbraio 2019 del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, sede di Roma, dispone l’immediato reinsediamento della Commissione straordinaria, nominata con il d.P.R. del 24 novembre 2017, nel Comune di Lamezia Terme. Con questa ordinanza, di fatto, l’amministrazione comunale di Lamezia Terme e il sindaco Mascaro decadono nuovamente e il consiglio si Stato dispone il reinsediamento della precedente commissione straordinaria. La discussione della domanda cautelare in sede collegiale, in camera di consiglio, si terrà l’11 aprile.
    E’ durata un mese circa l’amministrazione Mascaro riabilitata dalla sentenza del Tar del Lazio il 22 febbraio, con il 23 marzo il Consiglio di Stato a concedere la sospensiva su richiesta dell’avvocatura di Stato e far tornare così la precedente terna commissariale.
    I ricorrenti contestano che «sul piano del fumus boni iuris, che i gravi fatti posti a fondamento della misura dissolutoria, annullata dalla sentenza oggetto della impugnazione in esame, non sembrano essere stati correttamente valutati da detta sentenza nella loro natura sintomatica di una più che probabile ingerenza della ‘ndrangheta sulla vita politica e amministrativa dell’ente locale nel suo complesso, anche indipendentemente dall’appartenenza dei consiglieri eletti alla maggioranza o alla minoranza, come emerge, del resto, pure dalla lettura della sentenza n. 1800 del 7 agosto 2018 del Tribunale di Lamezia Terme (v., in particolare, pp. 9-10) in ordine all’incandidabilità di taluni dei consiglieri eletti nel 2015» e che «sul piano del periculum in mora, che la gravità di tali fatti evidenziati dalla relazione ministeriale e della Commissione di indagine, molti dei quali emersi nel corso della operazione di polizia giudiziaria “Crisalide” e altri, invece, in sede di accesso, impone in questa sede di prima sommaria delibazione cautelare, nella comparazione tra l’interesse, da un lato, alla prevenzione delle ingerenze mafiose nella vita politica e amministrativa locale e, dall’altro, quello all’espletamento del mandato elettorale da parte del sindaco e dei consiglieri eletti dalla collettività locale, l’immediato reinsediamento della Commissione straordinaria, nominata con il d.P.R. del 24 novembre 2017, per la gestione provvisoria del Comune di Lamezia Terme».
    Inoltre «considerato infine che la complessità dei detti fatti, posti a fondamento della misura dissolutoria ed esaminati – peraltro solo in parte – dal primo giudice, e la possibile influenza delle associazioni mafiose sulla conduzione dell’ente, contestata dai ricorrenti in prime cure, sarà oggetto di debito approfondimento da parte del Collegio, nel contraddittorio tra le parti, all’esito della prossima camera di consiglio», che è fissata per l’11 aprile.
    Vani così i tentativi “last minute” del sindaco Paolo Mascaro di poter essere ascoltato prima della decisione sulla sospensiva (richiesta proprio però senza contraddittorio). L’ormai prossimo ex primo cittadino annunciava questa mattina che ««i miei legali hanno già inviato, ai sensi dell’art. 56 codice giustizia amministrativa, richiesta di audizione in qualsiasi momento, con preavviso di 7 ore. Sono disponibile stasera, domani, in ogni istante. Non si può massacrare ancora una Comunità negando l’audizione del suo Sindaco. Lo Stato mi ha già negato colpevolmente l’ascolto, non ripeta ancora l’errore».
    Entro il 4 maggio (un mese dopo la precedente scadenza del 4 aprile, ovvero il 50° giorno precedente la scadenza dei 18 mesi di commissariamento) la terna commissariale potrà richiedere la proroga di altri 6 mesi del commissariamento che andrebbe così a concludersi non più il 24 novembre ma il 24 dicembre, sempre che dall’udienza dell’11 aprile il Consiglio di Stato reputi di dare ragione alla sentenza del Tar del Lazio e non all’odierna richiesta di reinsediamento della terna commissariale.

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