Non si fermano in estate le lamentele del coordinamento 19 marzo in merito alla situazione dell’ospedale di Lamezia Terme

Nadio Donato lamenta «mancato ascolto per il territorio da parte della politica, i cittadino sono soli»

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Non si fermano in estate le lamentele del coordinamento 19 marzo in merito alla situazione dell’ospedale di Lamezia Terme, presidio che come tanti altri calabresi soffre le carenze di personale e non trova risposte immediate in un campo messo in mezzo nelle polemiche tra Regione e Governo, essendo il settore sanitario commissariato e ben lontano dal tornare nella fase di normalità.
    Nella conferenza stampa convocata questa mattina Nadio Donato lamenta «mancato ascolto per il territorio da parte della politica, i cittadino sono soli» e chiede di «esprimere chiaramente se c’è l’intenzione di voler chiudere l’ospedale Giovanni Paolo II, vanificando gli sforzi e l’impegno di tutto il personale», sostenendo di rappresentare una larga fetta di popolazione, anche se anche all’interno del mondo civico le posizioni sono divise, sia nella stessa Lamezia Terme che nell’ambito del lametino (vedi le rivendicazioni del comitato sorto a difesa dell’ospedale di Soveria Mannelli, che ieri pomeriggio ha incontrato i parlamentari 5 Stelle). Si citano così i vari problemi nei reparti, ma anche nella medicina del territorio, rigiocando la carta delle potenzialità inespresse, delle eccellenze perse, dei fasti di un tempo che fu prima che il blocco del turn over fermasse il ricambio di personale. Il piano del fabbisogno del personale è però del 30 aprile, dopo le carte in tavola da Roma son mutate e vige ancora una fase di incertezza, né le richieste di nuovi reparti o strutture in tale contesto possono avere vita facile.
    Oscar Branca rivendica la piattaforma presentata in precedenza, in parte realizzate perché già previste dall’Asp di Catanzaro (vedi recupero dei locali dell’ex ospedale per servizi legati alle vaccinazioni e al centro di salute mentale, con però scomparsa dai radar la postazione unica di 118), contestando però un mancato cambio di tendenza in merito alle assunzioni di personale e strumentazione, citando i 20 milioni di euro del Patto per la Calabria destinati per il restyling dell’ospedale (i cui interventi son stati presentati in Regione il 4 aprile). Nel refrain si cita ancora il centro protesi Inail, che già è attivo nell’area industriale come polo integrato con l’Asp ma senza l’essere partito a pieno regime non avendo l’iter di accreditamento dei posti letto arrivato a compimento (manca anche la possibilità di prenotare e pagare il ticket in loco), chiedendo risposte a Lega e 5 Stelle però quando ormai il Decreto Calabria è stato approvato dal Parlamento con tanto di esaltazione da parte delle due forze di Governo.
    Francesco Curcio non nasconde che «da anni ripetiamo le stesse cose», rimarca i problemi del personale a tempo determinato (come i contratti non rinnovati o non stabilizzati), palesando l’ipotesi di disparità di trattamento mentre da tutte le strutture calabresi si contesta la medesima carenza di personale e mezzi.
    Si chiede alla politica, nel senso di istituzioni in vista delle prossime elezioni (al netto che né il Comune, né la Regione nell’attuale situazione, hanno voce in capitolo), di dare risposte, anche dopo l’incontro avuto con il commissario al piano di rientro, Cotticelli, mentre mercoledì i vertici dell’Asp di Catanzaro tracceranno un proprio bilancio delle attività nella sede del capoluogo, con così vive le consuete polemiche tra le due sponde dell’istmo. 

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