«Troppo spesso aspettiamo siano sempre gli altri. Invece ognuno deve poter dare il suo contributo, fare la sua parte»

Analisi del nuovo vescovo della diocesi di Lamezia Terme, Giuseppe Schillaci, nell’incontro avuto con i rappresentanti della stampa a dieci giorni dall’ordinazione episcopale 

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    «La comunicazione è fatta per gettare ponti, non per distruggere. Se la Chiesa è per sua missione un segno e uno strumento di comunione, anche voi come giornalisti nella vostra missione avete questo desiderio: mettere gli uomini in comunione tra di loro». Questa l’analisi del nuovo vescovo della diocesi di Lamezia Terme, Giuseppe Schillaci, nell’incontro avuto con i rappresentanti della stampa a dieci giorni dall’ordinazione episcopale, periodo in cui lo stesso Schillaci è andato in visita a diverse realtà sia civili che religiose. 
    Un incontro, introdotto dal direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi don Roberto Tomaino, in cui le parole chiave, più volte richiamate dal vescovo, sono state “semplicità”, “gratitudine”, “familiarità”, senza discorsi scritti ma con il desiderio di ricercare un contatto diretto con coloro che sono chiamati a raccontare ogni giorno la realtà lametina, nelle sue diverse angolature, nelle sue attese, nelle sue sofferenze, nelle sue speranze.
    Non è solo “un lavoro” l’informazione per il vescovo lametino, bensì “una missione”. Soprattutto in una fase storica e tecnologica in cui, ha sottolineato il presule, «il mondo della comunicazione a volte sembra una selva, in cui non sappiamo come muoverci. Per questo è fondamentale che a raccontare la realtà siano persone che lavorano con equilibrio, senso di responsabilità e onesta».
    “Creare ponti” è la missione che il vescovo Schillaci affida anche agli operatori dell’informazione e della comunicazione, in una realtà come quella lametina che per il Pastore diocesano «ha bisogno dell’apporto di tutti, di lavorare in sinergia. Troppo spesso aspettiamo siano sempre gli altri. Invece ognuno deve poter dare il suo contributo, fare la sua parte».
     

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