Anche un vigile urbano aspirante estortore ed omicidi ‘ricambiati’ nel vibonese nel racconto della storia criminale nel Reventino

Nell'anno di collaborazione Scalise ha rivelato sia particolari delle attività criminali effettuate nella zona di Decollatura, che indicato il campo sportivo di Capizzaglie come luogo di sepoltura di Giuseppe Rizzuto

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    Anche grazie alla dichiarazioni dei collaboratori di giustizia lametini raccolte nel 2017 si è arrivati oggi a poter delineare i confini dell’operazione che ha colpito gli Scalise e Mezzatesta contrapposti nel controllo delle attività illecite della zona del Reventino.
    «Eugenio, ci aveva proposto pure le mitragliette a noi, delle armi, se volevamo…» dichiara Giuseppe Giampà parlando di Eugenio Tomaino, che si era rivolto nel periodo tra il 2002 ed il 2003 alla cosca lametina per sondare il terreno per eventuali omicidi nei confronti della famiglia Scalise e riconquistare il terreno del Reventino. Lo stesso Tomaino però, rivela Angelo Torcasio, era vicino alla cosca Torcasio fino al 2000, ovvero prima dell’omicidio di Giovanni Torcasio.
    Dell’escalation di tensione culminata con più di un morto parla invece nella sue dichiarazioni Umberto Muraca: «Botta e risposta dai, è stata una mattanza tra botta e risposta veloce veloce, perché una mattanza è stata là a Decollatura. Troppi morti, cose, tutte persone che non c’entrano all’ultimo e alla fine del sistema dai. Il fratello non c’entrava di Mezzatesta e l’hanno ammazzato là alla stazione». Più nel concreto Muraca ipotizza che «gli ha ammazzato ad Aiello perché era amico di Mezzatesta ed è possibile che aveva fatto quell’altro omicidio di Scalise, ha ammazzato il fratello di Mezzatesta per gli omicidi e ha ammazzato all’Avvocato Pagliuso perché gli aveva fatto prendere lo sconto di pena. E’ un duplice omicidio, due personaggi della ‘ndrangheta ma lo vai a prendere dopo 24 anni, quelli sono sempre appartenenti, non se lo sono tenuto e ti hanno ammazzato. E chi ha sparato a Catanzaro… dice che quello fermo nella macchina, non ha toccato neanche lato guida, vuol dire che è un altro che sparava bene eh. Eh, eh, oppure che non sparava bene è sempre uno che se l’è sentita ed ha sparato. E’ possibile pure che lo ha ammazzato quello che ha sparato all’Avvocato Pagliuso, la stessa mano. Però vi ripeto, va a finire che ti serve al bancone della carne… la carne e i salumi a te dentro al supermercato…».
    Nelle dichiarazioni del 3 agosto 2017 nella ricostruzione degli inquirenti Rosario Cappello indicava «Domenico Mezzatesta quale persona presentatagli da Eugenio Tomaino, appartenente al Gruppo Storico Della Montagna sin dagli anni ’90, sottolineando come lo stesso, nonostante rivestisse il ruolo di agente di polizia municipale, fosse ben lontano dal possedere quelle qualità etico-morali che dovevano contraddistinguere un appartenente alle istituzioni e che doveva far rispettare leggi e regolamenti del Comune ove prestava servizio. Il Mezzatesta infatti, approfittando del suo ruolo e del status, aveva rivolto i suoi interessi al campo criminale, adoperandosi fattivamente per pianificare estorsioni con il placet della famiglia Arcieri, in special modo con Vincenzo e Antonio Arcieri, con cui intratteneva stretti rapporti di tipo criminale». I primi dissidi nel gruppo storico della Montagna iniziano nel dicembre del 1986 quando «tornato in libertà dopo un periodo di detenzione, emergeva la figura di Pino Scalise, quale soggetto via via predominante nel gruppo criminale e vittima, proprio per tal ragioni, di un tentativo di omicidio che lo avrebbe portato ad abbandonare il gruppo storico».
    Non autorizzato in un primo momento l’omicidio di Pino Scalise, le cose cambiano nel 2001, quando c’è un primo tentativo nei confronti dello stesso Scalise accusato dalla fazione opposta di essere confidente dei carabinieri: la collaborazione durò per circa un anno, dal 2001 al 2002, rivelando sia particolari delle attività criminali effettuate nella zona di Decollatura, che il campo sportivo di Capizzaglie come luogo di sepoltura di Giuseppe Rizzuto, oltre a quantificare in 50 milioni di lire il prezzo pattuito dalla parte avversare per far cessare la propria vita.
    Da inizio anni ’90 intanto Tomaino era stato coinvolto nell’organizzazione di un duplice omicidio con vittime un ragazzo di Decollatura (di proprio interesse) ed uno di Briatico (di interesse di un elemento organico alla cosca Mancuso) da effettuare nel vibonese.
    E’ durata, per volere delle cosche lametine ed il dividersi gli interessi sui lavori della strada del Medio Savuto ed altre estorsioni nelle zone montane, per circa 12 anni la pax tra gli Scalise ed i Mezzatesta, i due fronti opposti ex alleati nella gestione delle attività illecite nel Reventino. Ma una volta arrivate tra il 2012 ed il 2015 le operazioni delle forze dell’ordine che hanno colpito le organizzazioni della città della piana (Medusa, Perseo, Andromeda) l’equilibrio si rompe e vengono commessi 6 omicidi in 4 anni (Vescio e Iannazzo nel 2013, Scalise nel 2014, Aiello nel 2014, Pagliuso nel 2016, Mezzatesta nel 2017).
    Gi.Ga.

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