Parti overbooking al Pugliese Ciaccio trasferiti al reparto di neonatologia lametino, accordo annuale tra le aziende

Ieri però è stato approvato anche lo schema per rinegoziare la collaborazione, sottoscritta nel 2016 tra l’ASP di Catanzaro e l’AOPC per il triennio successivo, relativamente all’erogazione dell’attività di Screening del cancro della mammella e del colon-retto

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    Parte del personale e delle strumentazioni della reparto di terapia intensiva neonatale nell’ospedale di Lamezia Terme è ancora presente, ma se sulla carta l’unità operativa (la prima ad essere stata attivata di tale tipo in Calabria) non è più attiva tra grado di spoke e primario andato in pensione (con mobilità successiva anche di alcune dottoresse), alcuni aspetti organizzativi e strutturali rimangono vigenti, e vengono riconosciuti anche nel protocollo d’intesa firmato dall’Azienda Pugliese Ciaccio (hub di riferimento della Provincia) e l’Asp di Catanzaro che riguarda però solo neonati in condizioni già stabili. 
    Ad oggi nulla vieta ad una donna di poter partorire nell’ospedale “Giovanni Paolo II”, poiché solo in caso di complicazioni precedenti o successive al parto viene richiesto il trasferimento a Catanzaro, ma nel capoluogo il reparto di neonatologia ha 9 posti letto tra acuti e non e ben presto vanno esauriti (richiedendo in alcuni casi anche trasferimenti successivi in provincia di Cosenza), anche in alcuni casi per l’utenza che potrebbe far riferimento al nosocomio lametino ma opta preventivamente per l’altra costa (in alcuni casi forviata da comunicazioni eccessivamente allarmanti che sostenevano l’impossibilità di partorire nella città della piana, o seguendo il ginecologo che ha avuto in cura la gestante).
    «Il trasporto in elezione riguarda tutti i neonati patologici, indipendentemente dalla sede in cui sono nati, purché di peso > 1500 grammi e di età post-concezionale > 32 settimane, che abbiano superato la fase critica e siano in condizioni cliniche stabili, ma necessitano ancora di ospedalizzazione», specifica il protocollo tra le due aziende, elogiando il reparto lametino di neonatologia poiché «dispone di spazi di degenza ampi e confortevoli con la possibilità di accogliere i genitori senza limitazioni di orario, con la possibilità di facilitare il contatto madre-neonato e favorire l’accudimento genitoriale e l’allattamento materno, garantendo la gestione del neonato “al posto giusto nel momento giusto”».
    Il Protocollo d’Intesa ha durata sino al termine dell’anno con rinnovo tacito, consentito nel caso di specie in quanto non ascrivibile alla fattispecie dei contratti pubblici di forniture, ove intervenga disdetta comunicata alla controparte almeno 30 giorni prima della scadenza, non comportando ulteriore spesa per le aziende.
    Ieri però è stato approvato anche lo schema per rinegoziare la collaborazione, sottoscritta nel 2016 tra l’ASP di Catanzaro e l’AOPC per il triennio successivo, relativamente all’erogazione dell’attività di Screening del cancro della mammella e del colon-retto. Nella convenzione l’azienda Pugliese Ciaccio assicurava per conto dell’Asp di Catanzaro 20 mammografie a settimana e relativi esami, con in aggiunta un livello crescente di colonscopie (153 per il 2016, 515 per il 2017, 1227 per il 2018, a cui vanno aggiunte un 25% di colonscopie in follow up) e relativi esami. Il tutto però reso fuori dall’orario di servizio o durante ma sempre in regime di libera professione, 1 volta a settimana (turno di 6 ore), con costi per l’Asp compresi tra i 30 ed i 250 euro circa all’ora.
    g.g. 

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