«Accoglienza è risposta sia umanitaria che di welfare per i centri piccoli, che senza utenti perdono servizi»

Visioni Civiche parte con “La Grande Fuga. Storie di ordinario abbandono” che però non parla di Lamezia Terme nello specifico, ma dell'emigrazione dei giovani in generale del sud 

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    Mentre la piazza attende Nicola Gratteri (per il Procuratore di Catanzaro prima di salire sul palco anche selfie e firme delle copie del libro che sarebbe andato a presentare poco dopo), va in scena il primo dei 5 temi delle inchieste di Visioni Civiche all’interno di Trame, unica finestra lasciata per il territorio del lametino nell’ambito della manifestazione, che almeno alla nona edizione ha iniziato a coinvolgere anche maggiormente i giornalisti locali.
    Si parte con “La Grande Fuga. Storie di ordinario abbandono” che però non parla di Lamezia Terme nello specifico, ma dell’emigrazione dei giovani in generale del sud snocciolando dati di studi nazionali che certificano come di questi ritmi anche la Calabria rischia di dimezzare nei prossimi decenni la propria popolazione.
    Da rappresentante delle piccole realtà del lametino il primo cittadino di Carlopoli, Talarico, ammette sconsolato che «non so per quanto potremmo resistere», elogiando come “cura” un tema molto dibattuto in Italia, ovvero «l’accoglienza con gli Sprar che ha ricaduta indiretta e diretta».
    Si parla dei finanziamenti regionali e nazionali, ma anche di immigrati non solo rifugiati: un architetto finlandese che ha preso casa a Platania ristrutturandola; un imprenditore vinicolo di ritorno a Motta Santa Lucia dopo anni da medico in Lombardia; un ex ospite dello Sprar che ora lavora in un panificio a Carlopoli.
    Intervistati rapidamente da Pasqualino Rettura, cronista lametino del Quotidiano del Sud, i tre giovani autori sottolineano ognuno un aspetto diverso.
    Federica Mercuri sostiene di aver aderito a Visioni Civiche per «voler dare la nostra voce alla città, che è commissariata ma non muta» parlando di «sradicamento per mancanza di continuità».
    Per Ilaria Mastroianni «accoglienza è risposta sia umanitaria che di welfare per i centri piccoli, che senza utenti perdono servizi», non nascondendo come siano «progetti destinati però a scomparire» tra bandi a breve raggio di tempo ed un contesto nazionale non favorevole dal punto di vista politico. Ricordando i porti chiusi, Roberto Curcio invece rivela che «ho intervistato mia nonna per dare la testimonianza dei nostri emigrati al nord».
    Gi.Ga.

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