«A distanza di un anno e a pochi giorni dal rinnovo dei contratti la situazione del 118 nel catanzarese e provincia non ha cambiato volto»

Lo contesta Stefano Mellea, responsabile di CasaPound per la provincia di Catanzaro

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    «A distanza di un anno e a pochi giorni dal rinnovo dei contratti la situazione del 118 nel catanzarese e provincia non ha cambiato volto», contesta Stefano Mellea, responsabile di CasaPound per la provincia di Catanzaro, «abbiamo scritto ad Antonio Talesa, Direttore del Dipartimento interaziendale CO 118 area Centro Calabria, dicendo che il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica ha bisogno di rinforzi e che fino a quando il sistema assunzioni non si sbloccherà, nessuno vorrà fare questo tipo di lavoro e il sistema SUEM 118 andrà al collasso. Lo stesso Talesa aveva affermato che 150 persone erano pronte ad effettuare un corso di emergenza sanitaria ma, quanti di questi medici lavoreranno effettivamente al 118 vedendo le richieste degli anni passati? Ricordiamo altresì di aver dichiarato che 28 unità mediche stavano arrivando per ricoprire le carenze nella provincia di Catanzaro. Quanti effettivamente hanno accettato il trasferimento? Il tutto risale ad 1 anno fa e da allora nulla è cambiato, vedasi postazioni notturne demedicalizzate, turni di 12 ore, ferie minime, paesi senza P.E.T. e con la più vicina distante 35 km, esempio Nicotera».

    Altro aspetto è che «a qualche giorno dal rinnovo dei contratti di tutti quei medici convenzionati, molti dei quali specializzati, fuori graduatoria solo perché non esiste equipollenza al corso di medicina generale, chiediamo a Talesa di richiedere all’Ente Regione Calabria che vengano stabilizzati e assunti con contratto indeterminato, così come avvenuto già in altre regioni italiane. È impensabile che dottori che lavorano nel 118 da 10/15 anni, ogni 6 mesi debbano vedersi scadere il proprio contratto lavorativo con conseguente rischio di non rinnovo per qualche strano taglio da parte del Governo/Regione».

    Richiesta che non tiene conto del regime di commissariamento del settore sanità, così come dell’Asp di Catanzaro, sostenendo invece che «il 118 in Calabria è tenuto in piedi per l’80% da medici convenzionati, i quali non hanno stessi diritti (ferie, retribuzione, maternità, malattia etc.) dei medici assunti dall’azienda, svolgendo tuttavia più turni lavorativi. Sicuramente all’azienda tutto questo giova in termini economici e per questo continua questo gioco al massacro, ma ribadiamo nuovamente che la stabilizzazione gioverebbe tutti, medici, ASP, SUEM 118, regione Calabria, cittadini».

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