«E’ il momento che chi governa il PD faccia almeno delle scuse pubbliche»  

Rompe il “silenzio elettorale” Francesco Grandinetti, tornando sulla genesi contrastata delle scelte del candidato a sindaco del centrosinistra all’indomani della sconfitta di Eugenio Guarascio

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    Rompe il “silenzio elettorale” Francesco Grandinetti, tornando sulla genesi contrastata delle scelte del candidato a sindaco del centrosinistra all’indomani della sconfitta di Eugenio Guarascio: «fino all’ultimo abbiamo tentato di non spaccare il perimetro del centro sinistra. Abbiamo subito umiliazioni da chi venendo da fuori Lamezia non ci considerava e guidava le fila prendendo evidentemente ordini da chi non gliene “fregava” niente della nostra città e pensava e pensa solo al proprio potere personale.  Non c’era alcun motivo che il PD andasse oltre i nomi che erano sul tavolo del centro sinistra (Grandinetti, Piccioni, Liotta, Reale) e togliesse dal cilindro nomi improbabili all’ultimo momento».

    Per Grandinetti «non c’era un partito pronto ed organizzato al punto di supportare con forza una persona, per quanto seria e preparata come Guarascio, messa sul tavolo solo negli ultimi minuti. Esistevano già sul tavolo possibili candidati che avevano dato in passato prova o erano già pronte per poter apportare voti in più al PD e non voti in meno. Solo 1500 voti non hanno permesso di entrare in ballottaggio e questa mancanza di voti è da attribuire solo all’arroganza di chi ha voluto non prendere in considerazione nessuno dei possibili candidati già sul tavolo e già “misurati” in altre occasioni e pronti a presentarsi uniti nel perimetro del centrosinistra».

    Altro aspetto  è che «il buon risultato di queste elezioni del candidato Piccioni è una prova concreta, come i circa 9000 voti avuti da me ottenuti nelle ultime tornate in cui mi sono candidato o come Milena Liotta già in pista con la sua lista a candidarsi a Sindaco. Per non parlare di Reale che da sempre lotta all’interno del PD.  Invece no. Hanno preferito ridare alla destra la “certezza” di governare la città pur di assecondare il potentato politico di turno. Non è nel mio stile consigliare le dimissioni di chi ancora una volta ha preferito scegliere di assecondare le vecchie dinamiche dei partiti invece di dare spazio ad una soluzione che avrebbe potuto dare un diverso esito finale a queste elezioni, ma credo che sia giusto dare almeno le scuse pubbliche per tale arroganza. Ora bisogna solo sperare che le cose per Lamezia vadano nel verso giusto accantonando sterili battaglie di campo e lavorare ognuno dalle proprie postazioni per il futuro della nostra città».
     

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