Furgiuele chiede più risorse al Governo per i danni del maltempo in Calabria

All’indomani dell’incontro con il Ministro Bellanova, e della protesta delle organizzazioni di categoria per le strade lametine

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    All’indomani dell’incontro con il Ministro Bellanova, e della protesta delle organizzazioni di categoria per le strade lametine, Domenico Furgiuele da deputato della Repubblica Italiana annuncia un proprio ordine del giorno a favore dell’agricoltura e del comparto olivicolo gravemente danneggiati da ultimi eventi calamitosi.
    Il deputato leghista sottolinea come «la Calabria sia tra le regioni italiane che hanno visto maggiormente incrementare la vastità di aree a rischio idrogeologico e le aree di territorio esposte al pericolo di frane; secondo la stima del centro studi Confagricoltura, tali aree sono incrementate da 706 chilometri quadrati del 2015 a 903 chilometri quadrati del 2017, con una crescita del 28%; si tratta di una variazione che pone la Calabria al terzo posto in graduatoria tra le regioni per aumento delle zone soggette a rischio idrogeologico: in pratica su circa il 6% dell’intero territorio calabrese incombe il rischio dei potenziali danni derivanti da frane e smottamenti e l’11,5% dell’intera Calabria è a rischio idraulico».
    Si constata come «il Lametino, il Vibonese e la Fascia Ionica Centrale sono state le zone più colpite ma ovunque ci sono state frane e smottamenti. Gli agricoltori lamentano, oltre alla perdita del prodotto, la totale distruzione degli impianti irrigui, delle recinzioni, il danneggiamento delle strutture rurali e prevedono un generale stato di sofferenza, soprattutto negli agrumeti, a causa del perdurante ristagno idrico; a complicare la situazione interviene anche l’estrema eterogeneità degli assetti geologico-strutturali, idrogeologici e geologico-tecnici e l’ampia gamma di condizioni microclimatiche che rendono difficile la valutazione del rischio idrogeologico; l’abusivismo e la cementificazione priva di regole, la continua ed intensa urbanizzazione lungo i corsi d’acqua e in prossimità di versanti fragili e instabili, il disboscamento, l’abbandono delle aree montane e l’agricoltura intensiva sono solo alcuni dei fattori che contribuiscono a sconvolgere il fragile equilibrio idrogeologico del territorio. Il recente abbandono delle pratiche agrosilvo-pastorali e del territorio montano-collinare, in genere, hanno portato ad una progressiva riduzione del presidio del territorio e della manutenzione delle opere di regimazione delle acque e di stabilizzazione dei versanti. Negli ultimi anni, è poi mancata quasi completamente, nel nostro paese, una seria e diffusa politica di prevenzione, e sono state messe a disposizione risorse finanziarie solo a “disastro avvenuto”».
    Entrando nel locale si valuta che «i maggiori danni si riscontrano nel lametino, dove un ciclone mediterraneo, caratterizzato da forti venti che hanno superato i 100 chilometri all’ora e piogge intense, ha scoperchiato le serre e i tendoni, danneggiando gravemente le colture frutticole, con particolare riferimento agli agrumi, e quelle orticole, e provocando la caduta totale delle olive con danneggiamento di molte piante e con sradicamento di centinaia di esse. Le intense piogge hanno allagato molte piantagioni di agrumi in tutta l’area jonica reggina. Nel crotonese diverse aziende zootecniche sono state addirittura costrette ad evacuare il bestiame a causa delle avverse condizioni meteo; tra i comparti più colpiti dal recente maltempo è quello dell’olivicoltura in Calabria, travolto nella fase più delicata, che ha registrato la peggior produzione degli ultimi decenni: -76,6% su base annuale;in particolare le gelate primaverili, la siccità estiva e soprattutto le recenti piogge violente cadute su tutto il territorio calabrese si sono rivelate come un moltiplicatore negativo della naturale alternanza tra annate cariche e scariche della produzione; gli agricoltori colpiti nel momento più importante della stagione olivicola, non possono rinunciare a questa primaria fonte di reddito».
    Si chiede così al Governo di «adottare gli opportuni provvedimenti per incrementare ulteriormente le risorse occorrenti per fronteggiare le emergenze maltempo verificatasi nella Regione Calabria nonché per garantire risarcimenti alle imprese di settore».
     
     

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