Piccioni incontra ministro Speranza e gli consegna un dossier su sanità lametina

Visto che c'è da tenere conto anche i limiti che la dichiarazione di dissesto dell'Asp comporta, lo stesso Piccioni rimarca come «nessun proclama, nessuna esultanza: sono il primo a ribadire che ora servono fatti concreti»

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    Ieri, insieme ad Antonio Lo Schiavo, il consigliere comunale Rosario Piccioni (Lamezia Bene Comune) ha avuto occasione di incontrare il ministro della Salute Roberto Speranza e consegnargli un dossier «nel quale sono messe nero su bianco le gravi emergenze della sanità lametina: dalla chiusura di reparti e attività ambulatoriali, ai precari, alle gravissime carenze di personale e al blocco delle assunzioni che vedono oggi il nostro ospedale, al servizio di un comprensorio con oltre 140.000 abitanti, letteralmente al collasso», spiega il componente dell’opposizione, «ho messo in evidenza nel dossier consegnato al ministro quanto denunciato alcuni giorni fa dal segretario regionale dell’Anaao Filippo Larussa: la vicenda paradossale del decreto del subcommissario Crocco di fine dicembre,  che stabilisce le linee guida per ottenere l’autorizzazione all’assunzione di nuovo personale, in base alle quali l’ospedale di Lamezia risulterebbe incredibilmente in sovrannumero. Questo significa una cosa sola: nessuna possibilità di assunzioni per l’ospedale di Lamezia»
    Piccioni ha inoltre sottolineato «la questione del Centro di Ricerca Neurogenetica, che deve poter proseguire un’attività straordinaria che ne ha fatto una realtà d’eccellenza a livello mondiale.  Soprattutto ho chiesto che l’ospedale di Lamezia diventi un ospedale “normale”, dove vengano garantiti i livelli essenziali di assistenza oggi non garantiti. Voglio ringraziare il dottor Cesare Perri, che ha già curato il programma del nostro movimento sulla sanità, per il suo contributo competente che, oltre a denunciare le emergenze dell’ospedale lametino, propone spunti significativi per una riorganizzazione della rete ospedaliera, per rispondere meglio ai bisogni reali dei cittadini».
    Visto che c’è da tenere conto anche i limiti che la dichiarazione di dissesto dell’Asp comporta, lo stesso Piccioni rimarca come «nessun proclama, nessuna esultanza: sono il primo a ribadire che ora servono fatti concreti. Ma ho voluto dare il mio contributo portando la questione della sanità lametina direttamente nelle mani del ministro della salute. Un ministro di grande spessore politico, che già conosce la realtà della sanità calabrese e ha ben chiaro il valore inestimabile della sanità pubblica, del diritto alla salute delle persone garantito dalla Carta costituzionale. Un diritto di cui i cittadini lametini e calabresi devono godere appieno come tutti i cittadini italiani».

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