Gestione del Teatro Grandinetti non a rilevanza economica e con nuovo bando

Nel nuovo affidamento il Comune otterrà un canone annuo di 12.200 euro

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In campagna elettorale tra i vari temi su cui i candidati a sindaco erano stati più attivi e sollecitati c’era anche quello della gestione dei teatri cittadini, partendo dall’unico attualmente aperto, ovvero il Teatro Grandinetti. Ad essere contestata principalmente era l’indicazione data dalla terna commissariale a maggio 2018 di intendere la struttura di via Cassoli come di rilevanza economica, e su tale presupposto indire poi una procedura pubblica per la gestione dello stesso.

Premesse però che avevano trovato la ferma opposizione di chi nel teatro avrebbe dovuto organizzare le proprie stagioni culturali, dopo aver dovuto per “inagibilità diffusa” emigrare altrove. Tornata in sella un’amministrazione comunale eletta, ora la giunta Mascaro propone al consiglio comunale di tornare alle premesse vigenti durante il proprio precedente mandato, annullando le indicazioni della terna commissariale.

«L’esternalizzazione gestionale del Teatro Grandinetti comunale, rappresentando di conseguenza precise scelte di indirizzo culturale, non poteva non essere affrontata senza un confronto concreto e costruttivo con le più rappresentative realtà culturali e teatrali attualmente attive in città», sostiene la giunta comunale, «le modalità organizzative e gestionali, oltre che secondo ovvi e consolidati principi di qualità e trasparenza, devono essere pianificate in primo luogo in un’ottica di valorizzazione delle realtà locali, tenendo presente che il teatro non è solo un luogo-spazio di rappresentazione, ma anche un soggetto di indirizzo culturale operante in città».

Dopo il passaggio in consiglio comunale, si dovrà così nuovamente procedere ad una procedura di affidamento pubblica ma con presupposti diversi: «il Teatro Grandinetti non sarà più considerato di rilevanza economica, ma sarà previsto un canone annuo minimo a favore del Comune per l’utilizzo del teatro, determinato in 12.200 euro (Iva inclusa), con il Comune che si riserva di utilizzare il teatro per la realizzazione di iniziative di carattere culturale, artistico, sociale organizzate direttamente e/o in collaborazione con altri soggetti pubblici o privati, fino ad un massimo di 10 giornate, specificando che per la realizzazione di tali iniziative, il soggetto convenzionato – che assume le funzioni di Responsabile della Sicurezza della struttura ai sensi del D. Lgs. n. 81/2008 e successive modificazioni ed integrazioni – dovrà garantire la funzionalità e la sicurezza del teatro, fornendo i servizi necessari».

Il piano economico finanziario della gestione viene stimato in 283.200 euro annui (IVA ed ogni altro onere inclusi), con gli incassi derivanti dalla gestione che spetteranno al concessionario, escluse le entrate derivanti dalle attività organizzate dall’Amministrazione nelle giornate riservate. Per tali ragioni, si legge nella relazione della dirigente Aiello, «il servizio pubblico locale Teatro a Lamezia Terme deve essere considerato servizio non avente rilevanza economica, in quanto i ricavi provenienti dalla vendita dei servizi resi al mercato (stagione teatrale sponsorizzazioni e pubblicità, etc.) si attestano su una media 56% rispetto alla totalità dei ricavi previsti che devono essere necessariamente integrati dall’Ente pubblico».

Al nuovo gestore oltre che i servizi sarà richiesta anche «un’offerta al pubblico di attività artistiche, teatrali, cinematografiche e ricreative», riportando così di attualità anche le apparecchiature cinematografiche presenti ma ferme in teatro.

Pari ragionamento la giunta dovrà poi effettuare anche per il Teatro Costabile, la cui riapertura è stata annunciata come prossima ad inizio 2020 ma ancora non è avvenuta, mentre per il Teatro Umberto si attende chiarezza su via Perugini se i 450.000 euro necessari per la sua messa in sicurezza siano inclusi in Agenda Urbana. Da giugno, data della rimodulazione, non è stata mai resa chiaramente la nuova destinazione dei 18 milioni di euro derivanti da fondi europei.

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