La storia del bosco di Marta Zuravskaja da sabato al 5 dicembre ospite di Pramantha Arte

Vive e lavora a San Pietroburgo e si è specializzata in Illustrazione di libri presso l’Accademia di Belle Arti di Vilnius

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Pramantha Arte annuncia un nuovo appuntamento con l’illustrazione. Sabato – nell’ambito di Catàgeios. L’antro dell’artista – Le opere e i giorni – sarà inaugurata la mostra personale della giovane poliedrica artista russa Marta Zuravskaja dal titolo La storia del bosco.

Nata a Leningrado (URSS) nel 1987, vive e lavora a San Pietroburgo (Russia) e si è specializzata in Illustrazione di libri presso l’Accademia di Belle Arti di Vilnius. Parallelamente ha studiato alla Hojskole pa Helnaes, School of Contemporary Art, in Danimarca.

«Dopo l’esposizione dei suoi lavori realizzati per l’opera di Kornej Ivanovič Čukovskij La mosca-ronzante [Муха-Цокотуха] al Bologna Book Fair of Children’s Literature nel 2013 – spiegano i curatori -, Marta Zuravskaja ritorna in Italia proponendo in Catàgeios un libro illustrato, La storia del bosco, del quale ha composto trama e disegni, un progetto originale dai tratti gentili e commoventi, e un testo che utilizza slang e schemi di linguaggio caratteristici della lingua parlata che rendono i personaggi quasi naturali. Un racconto che riporta in vita lo spirito eroico dell’esistenza che si manifesta nella continuità generazionale, in cui la scoperta dell’appartenenza al mondo non può non passare attraverso la verità delle relazioni».

«Le tavole – continuano i curatori – raccontano di una nonna e una nipote che sono andate a fare una passeggiata nel bosco, ma questa passeggiata si è trasformata in una lunga e pericolosa avventura: la ragazza è stata rapita da un enorme pipistrello e la nonna, senza perdere tempo, è partita all’inseguimento della bambina da soccorrere. La storia si svolge sullo sfondo della bellezza dei paesaggi nordici: paludi, boschetti e foreste. Ad ogni nuova pagina il paesaggio cambia gradualmente forma, la notte bianca viene sostituita dalle prime nevicate autunnali e le paludi ingialliscono. Gli stivali della coraggiosa anziana scivolano sul muschio bagnato, rimangono bloccati sui sentieri paludosi, affossano nei cumuli di neve di novembre, calpestano nella foga della ricerca scricchiolanti pigne. Quando il sentiero si perde, e la disperazione le copre gli occhi con un velo di lacrime, dalla nebbia emerge il profilo di un alce bianco con enormi corna che conosce la strada e, insieme a una grande foca che scivola dolcemente nell’acqua gelida tra sottili banchi di ghiaccio, le presta aiuto. Uno stormo di cinghiali rumorosi e allegri si precipita grugnendo in loro soccorso. Un’enorme falena, una lumaca, volpi dal pelo rosso lucente e altri abitanti delle foreste settentrionali spuntano tra le pagine del libro e aiutano la nonna a ritrovare la nipote rapita».

«La storia del bosco – specificano i curatori – è una storia d’amore e di connessione tra generazioni, di lealtà e coraggio. È una storia sulla bellezza e la grandezza della natura della terra natia dell’artista. Tutte le illustrazioni del libro sono disegnate a mano su carta Fabriano in tecnica mista utilizzando acquerelli, acrilici, penne colorate, matite e pennarelli. Il libro è composto da 32 pagine, grammatura 250 g, la copertina è frammentariamente decorata con pellicola. Dimensioni 28×28 cm».

«I miei genitori si sono incontrati nello scompartimento di un treno a lunga percorrenza – dichiara l’artista spiegando come è nata la trama – da qualche parte nelle vaste distese dell’URSS. Papà viaggiava da Leopoli, mamma, con una sua amica, da Vilnius. Devo subito dire che mia madre era (è) una vera bellezza, e il mio futuro papà non ha saputo resistere. Si fece coraggio e chiese di vedere la mappa che le ragazze stavano consultando, mangiando cetrioli spinosi freschi da un grande sacchetto. Successivamente papà, raccontando l’incontro, ha detto che prima di allora non aveva mai visto nessuno sgranocchiare cetrioli in tali quantità con così tanto gusto, e questo lo ha colpito quasi quanto il fascino e la spontaneità della mamma. Tre anni dopo si sono sposati e si sono trasferiti a vivere a Leningrado. L’intera famiglia di mio padre rimase a vivere a Leopoli, in Ucraina e quella di mia madre in Lituania. Quando ero piccola, i nonni paterni vennero a farci visita dall’Ucraina. Questi incontri erano molto rari, e ricordo bene quel momento: io giocavo in cortile e vidi mia nonna seduta su una panchina chiacchierare con altre nonne. Mi avvicinai e lei si prese cura di me. In quel momento ho sperimentato un’ondata di vero orgoglio! L’aspetto impersonale e astratto delle altre nonne sulla panchina acquistò un significato nuovo, diverso e personale, anche se successivamente mia nonna se ne andò e noi ritornammo a vivere come prima».

«Mia madre è la settima figlia della famiglia, e non ho mai visto sua madre, perché è morta di polmonite ancor prima che io nascessi», continua l’artista, «mio nonno morì quando avevo solo 8 anni e ancora oggi ricordo bene il lungo funerale nel villaggio con l’odore pesante dei gigli bianchi. L’eroina del mio libro – una nonna coraggiosa ed eroica – è un’immagine collettiva. È un simbolo di resistenza di fronte alle difficoltà della vita, una storia di coraggio e di amore. Questo è quello che da sempre mi manca, ma con il quale sento un legame costante e inestricabile».

La mostra – a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo – avrà luogo presso la sede espositiva della galleria Pramantha Arte a Conflenti, in Vico XIV Garibaldi n. 87, sarà inaugurata sabato sarà aperta al pubblico fino al 5 dicembre 2020, tutti i giorni dalle 17.30 alle 19.30. Per ulteriori informazioni e prenotazioni: arte@pramantha.com +39 3395028498

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