Domenica di riscoperta della montagna di Lamezia Terme e dei suoi villaggi rurali per il Festival delle Erranze e della Filoxenia foto

Si partirà, a piedi, guidati da Francesco Bevilacqua, Emanuele Mastroianni (Conflenti Trekking) e Giovanni Mazzei (Dorian), alle 8,30

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Domenica terzo evento del cartellone estivo del Festival delle Erranze e della Filoxenia edizione 2021 su “la riscoperta della montagna di Lamezia Terme e dei suoi villaggi rurali”.

Si partirà, quindi, a piedi, guidati da Francesco Bevilacqua, Emanuele Mastroianni (Conflenti Trekking) e Giovanni Mazzei (Dorian), alle 8,30, dalla stradina a fondo naturale che da Cona di San Mazzeo sale verso Monte Mancuso. Si devierà, poi, per un vecchio sentiero che traversa boschi di ontani, cerri, castagni, poco a monte degli antichi abitati di Schiena Vieste, Telara, Vallericciardo Superiore. Da queste zone – e da quelle contigue di Acquafredda, Vallericciardo Inferiore, Serra Castagna, Cantarelle, provenivano un tempo le principali derrate alimentari destinate ai mercati della costa: granaglie, castagne, ortaggi, legumi, carne, formaggi, salumi.

Si taglierà a mezza costa il versante orientale del Monte Mancuso (m. 1327), seconda cima per importanza orografica, dopo quella del Monte Reventino, del gruppo montuoso che domina la Piana di Sant’Eufemia ed il golfo omonimo. Tutta questa zona ricade nel territorio di Lamezia Terme perché l’ha portata in “dote”, al momento dell’unificazione, l’ex comune di Sambiase.

Infatti è proprio da Sambiase che si parte per raggiungere, attraverso la strada per Gabella ed Acquadauzano, il punto di partenza del cammino a Cona di S. Mazzeo, sul limitare meridionale dell’omonima conca, condivisa con i comuni di Conflenti e Martirano Lombardo, dalla quale passava l’antica via romana detta Popilia o Annia. Il tratto della via scavalcava i monti, dalla stazione “Ad Fluvium Sabutum” (la valle del Savuto), a nord, a quella “Ad Turres” (contrada Palazzo, nella Piana di Sant’Eufemia), a sud. Da qui la grande importanza storica della Conca di S. Mazzeo, oggi costellata di villaggi e piccole aziende agricole e contornata da boschi lussureggianti.

Il sentiero passa da Pietra U Pispicu, una rupe dalla quale si gode di un panorama sulla Valle del Bagni, per giungere al valico di Bocca di Junci, fra le cime di M. Castelluzzo e M. Mancuso Sud. Si entrerà così nella sontuosa faggeta del Mancuso, considerata una delle più belle d’Italia.

Un antico sentiero porterà la comitiva a Piano de Aglio, dal quale, con una breve digressione, si raggiungeranno le grandi rupi di Pietre di Manca, luogo leggendario sul quale aleggiano ricordi del brigantaggio e antiche fiabe. Il rientro è previsto, ad anello, attraverso la sterrata che corre sul versante ovest del Mancuso e che, alla Fossa del Lupo, ridiscende poi per S. Mazzeo. Al rientro, in auto si farà visita ai villaggi rurali, scendendo poi sulla piana grazie alla strada, eccezionalmente panoramica che parte da Acquafredda.

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