Al Chiostro Caffè Letterario il volume di Daniel Cundari dal titolo “Poesie contro me stesso”

Opera in 3 atti accompagnata da una prefazione di Juan Carlos Friebe

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Dopo gli appuntamenti dedicati alla poesia di Alfredo Panetta e di Jolanda Insana, l’esibizione di Daniel Cundari nell’ambito di Ex Libris, la Rassegna Letteraria del Comune di Lamezia Terme, segna la nuova tappa di un programma che è anche un itinerario intellettuale e artistico e si avvale della collaborazione di Unipegaso Lamezia e dell’Istituto Tecnico Economico “Valentino de Fazio”, che cura la redazione e la stampa dei pieghevoli illustrativi di ogni appuntamento.

Oggi alle ore 21 presso il Chiostro Caffè Letterario verrà prima presentato il volume di Daniel Cundari dal titolo “Poesie contro me stesso” (Rubbettino, 2014), opera in 3 atti accompagnata da una prefazione di Juan Carlos Friebe. Il poeta andaluso è tra i numerosi compagni di strada di Cundari che, partito dalla sua Rogliano, ha vissuto e lavorato in Spagna, in Cina, in Messico, a Cuba, in Francia, in Serbia. Un cosmopolitismo ben interpretato dal sassofono del maestro Flavio Nicotera, che da 35 anni si esibisce con band italiane e internazionali di musica on the road, etnica, classica, blues e jazz e che, subito dopo la presentazione del libro, accompagnerà Daniel Cundari nel suo spettacolo dal titolo “Canto profondo”.

Nella prima parte della serata converserà con Daniel Cundari il poeta Pasqualino Bongiovanni, curatore della Rassegna insieme a Giorgia Gargano. Secondo Bongiovanni «oltre a essere un poeta plurilingue (scrive in dialetto, italiano e spagnolo), Daniel Cundari ha sviluppato un particolare stile performativo da lui stesso definito “repentismo cutise” (Cuti è la frazione di Rogliano, in Calabria, dove egli è nato e cresciuto). Ho avuto modo di poter apprezzare le poesie di Daniel Cundari già nel 2006, in occasione del suo esordio letterario con la pubblicazione della sua opera prima “Cacagghiusi”, una raccolta in dialetto che mi impressionò felicemente perché all’epoca egli era davvero giovanissimo. Aveva, infatti, soltanto 23 anni, ma i suoi versi erano molto potenti e privi di qualsiasi facile colore folklorico. La sua scrittura era già quella di un poeta maturo».

Tra le più originali voci poetiche contemporanee, Daniel Cundari scrive e recita i propri versi costruendo performances in cui il corpo, la voce, l’anima diventano tutt’uno con la musica e il movimento. I suoi reading sono dei veri e propri eventi in cui la capacità di improvvisazione si sposa con una profonda consapevolezza del valore della parola e della sua vibrazione sonora. La padronanza della lingua spagnola gli ha permesso di tradurre diversi autori, tra cui Gesualdo Bufalino. Inoltre, l’abilità di attraversare le frontiere linguistiche ha contribuito ad alimentare la sua inesausta sperimentazione portandolo a tradurre in dialetto calabrese testi di Kavafis, Aleixandre, Alberti, Mandelstam, Miłosz, Cirlot.

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