La mostra “Operazione Speciale Sila. L’arte oltre l’ipocrisia” resterà aperta fino all’8 settembre

All'inaugurazione hanno partecipato il Console onorario di Bielorussia Francesco Milasi e il Console della Federazione Russa per Sicilia e Calabria Sergey Patronov

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Pramantha Arte contemporary art gallery è lieta di informare che la mostra “Operazione Speciale Sila. L’arte oltre l’ipocrisia” resterà aperta a Motta Santa Lucia fino all’8 settembre, con possibilità di visita previa prenotazione al numero 339 5028498, oppure scrivendo all’indirizzo arte@pramnatha.com.

All’inaugurazione hanno partecipato il Console onorario di Bielorussia Francesco Milasi e il Console della Federazione Russa per Sicilia e Calabria Sergey Patronov, che ha portato il saluto e il ringraziamento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia: “L’esposizione è unica nel suo genere. Oggi è necessario avere un certo coraggio civico per promuovere in Occidente un quadro oggettivo degli eventi in Ucraina, che, di regola, si discosta dalle informazioni profuse dai media mainstream”.

Di importanza e puntualità di analisi il contributo di Giovanni Potente (Unical), ribadito nell’intervento durante l’inaugurazione ma soprattutto nell’articolo scritto appositamente per l’occasione dal titolo Lo specchio della guerra, leggibile integralmente sul sito della galleria  e nel cui incipit si legge: «Nessun fenomeno storico ci costringe a misurarci con le nostre contraddizioni morali, col nostro degrado culturale, con la degenerazione della nostra società e con la nostra cecità spirituale come la tragedia di una guerra. Per esempio questo è accaduto quando la guerra coloniale francese in Indocina o quella americana in Vietnam hanno messo l’Occidente davanti l’orrore della propria violenza imperialista. E questo può accadere anche oggi nel caso della guerra russo-ucraina. A patto che si rivolga alla Russia uno sguardo non condizionato dal filtro del “pensiero unico”, del sistema mediatico e della propaganda dell’Occidente che ce la mostrano come l'”Altro” assoluto, l’avversario per antonomasia. E non basta qui ricordare che ogni volta che l’Occidente guarda davvero se stesso riscopre senza appello che la sua intera Storia, per citare le parole di Conrad, si riduce ad una immane «robbery with violence», la rapina violenta dell’Imperialismo e del Colonialismo che oggi si rinnova, più pervasiva e spietata che mai, in quelle del Neocolonialismo e della globalizzazione».

L’esposizione ha carattere internazionale e presenta il lavoro di 16 autori tra giornalisti, fotografi, pittori, grafici e scultori russi, italiani ed europei. La sezione documentaria – con il lavoro dei giornalisti indipendenti Giorgio Bianchi, Vittorio Nicola Rangeloni e Sonja van den Ende – ricostruisce la storia della guerra in Ucraina a partire dagli scontri di Euromaidan sul finire del 2013, con il conseguente colpo di stato del 2014, i successivi 8 anni di violenza e massacri subiti dalla popolazione russofona del Donbass, fino ad oggi.

Alla documentazione fotografica sono affiancate le opere di artisti che vivono direttamente, sia emozionalmente che idealmente, il dramma degli eventi in corso e il loro modo di vedere lo spirito russo. Sei artisti russi, Denis Danscin, Alexander Doloso, Daria Dyomkina, Svetlana Boiko, Artista anonimo, Ilya Pozharov; quattro artisti italiani, Federica Vasselli, Francesco Fumagalli, Flavia Mastrella e Giovanni Talarico; una greca, Eftichia Tzanetoulakou; una turca, Ella Manhattan; e una bielorussa, Vasilisa Gherasimovskaja.

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