Emergono nuovi dettagli sull’uomo aggredito con un’accetta a rischio mutilazione

Il lungo intervento effettuato a Palermo preceduto dalla tempestività e la collaborazione tra le strutture ospedaliere di Soveria Mannelli e Lamezia Terme.

Emergono nuovi dettagli sulla ricostruzione dei fatti che hanno portato un indiano di 59 anni a rischiare di perdere la mano dopo un colpo di accetta il 19 gennaio, con il lungo intervento effettuato a Palermo preceduto dalla tempestività e la collaborazione tra le strutture ospedaliere di Soveria Mannelli e Lamezia Terme.

«La qualità ed i progressi della medicina ci mettono ogni giorno in condizioni di salvare delle vite danno sempre più speranze. S’interviene in casi che solo, pochi anni fa, sembravano di difficile risoluzione» e per tale ragione, «che mostra una sanità sicura e vincente», tutta l’equipe del pronto soccorso di Lamezia e il Direttore Ferruccio Lucchino, intendono esprimere «i propri complimenti alla Equipe del Policlinico di Palermo per il brillante risultato».

La ricostruzione offerta dai sanitari parte dalla mattina del 19 gennaio quando «veniva allertato il Pronto Soccorso di Lamezia dalla C.O. del 118 che era in arrivo codice rosso con il 118 della Pet Soveria Mannelli. La Pet è intervenuta sul luogo dell’incidente ed i medici accortisi della gravità della situazione, decidevano con tempestività di trasportare un paziente con amputazione traumatica della mano. Inoltre, comunicavano che avevano provveduto a conservare la mano e che la stavano portando a Lamezia».

Da qui la necessità di allertare anche le altre strutture: «scatta la prima decisiva fase della collaborazione e si organizzano i medici di turno in pronto soccorso a Lamezia Terme, Renata Tropea e Teresa Buccinà, gli infermieri Salvatore Palazzo, Francesca Paonessa, Antonio Gulli, Carlo Vescio e gli operatori OSS Alfonso Sammarco, Paolo Sottile. Pronti all’accoglienza, alla preparazione del paziente e all’attivazione dell’elisoccorso. La Centrale Operativa comunicava di aver allertato la Chirurgia Plastica di Palermo. Quando giunge in pronto soccorso il paziente di nazionalità straniera, i medici di turno costatano la gravità del caso e oltre all’’elisoccorso allertavano tutta l’equipe in turno in Ortopedia a Lamezia: reperibile è il dottor Federico Chiodi che fa l’emostasi e prepara adeguatamente il moncone dell’arto al fine di tutelarne la predisposizione al successivo intervento. Nel contempo la mano del paziente è sistemata nel contenitore adatto al trasporto e consegnata al medico dell’elisoccorso. Ha seguito tutte queste fasi anche la chirurga Cinzia Molizzi».

In ultimo la fase del trasporto del paziente: «dopo una rapida ma esaustiva anamnesi, resa più complicata dal fatto che il paziente è straniero, quindi vi è una difficoltà linguistica, si riesce a capire che è stato aggredito e allertate le forze dell’ordine per le indagini del caso. Completati gli accertamenti nella maniera più esaustiva e veloce il paziente parte con l’elisoccorso accompagnato da rianimatore lametino a bordo, il dottor Antonio Andricciola».

La storia avrà poi un lieto fine a Palermo, con nei giorni scorsi l’equipe siciliana a considerare riuscito l’intervento.