Smentisce collegamenti il terremoto di questa notte ed il vulcano Stromboli la protezione civile calabrese

La distanza tra la zona sismica attiva al momento e il vulcano è di circa 80 km

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Smentisce potenziali collegamenti tra le scosse di terremoto di questa notte e le attività riguardanti il vulcano Stromboli la protezione civile calabrese.

«Si precisa che il vulcano è in costante attività e non ha mostrato nessuna anomalia del suo comportamento negli ultimi giorni. Inoltre, la distanza tra la zona sismica attiva al momento e il vulcano è di circa 80 km, una distanza molto grande per ipotizzare un collegamento di qualche tipo tra i due fenomeni», spiega il post della protezione civile calabrese, rimarcando come «la zona antistante la foce del Fiume Savuto, al confine tra le provincie di Catanzaro e Cosenza è stata interessata da una sequenza sismica. La prima scossa ha avuto una magnitudo 2.5 alle ore 01:47 e seguita, dopo 5 minuti, alle ore 01:52, dal terremoto più forte registrato, di magnitudo magnitudo 3.9. Nelle ore successive la sequenza è proseguita con una ventina di eventi, tutti di magnitudo inferiore. Solo altri due terremoti hanno superato magnitudo 3.0: il terremoto delle ore 01:55 di magnitudo 3.4 e quello delle ore 02:02 di magnitudo 3.5».

I comuni più vicini sono stati Nocera Terinese, Serra d’Aiello, Falerna, San Mango d’Aquino, Martirano Lombardo e Amantea, rimarcando che «gli eventi di questa notte sono stati avvertiti distintamente dalla popolazione, come si evince dalle Mappe del risentimento sismico elaborate per i 3 terremoti di magnitudo maggiore di 3.0 a partire dai questionari online elaborati e disponibili sul sito www.haisentitoilterremoto.it».

Si ricorda che «sequenze di questo tipo sono comuni in Calabria, regione ad altissimo rischio sismico. Ad oggi non è possibile fare previsioni puntuali sui terremoti (ovvero la scienza non è in grado di fare una “previsione deterministica”: stabilire “il giorno, l’ora ed il punto in cui avverrà un terremoto di magnitudo x”). Ma, sulla base della sismicità storica e di dettagliati studi geologici, sono state prodotte le mappe di pericolosità sismica che danno la probabilità che un certo tipo di terremoto avvenga in un’area in intervallo di tempo. Quindi non sappiamo con esattezza quando ma sappiamo dove è maggiormente probabile il prossimo sisma, basta e avanza per fare scelte di riduzione del rischio sismico».

Si raccomanda così di costruire «le proprie abitazioni a norma o adeguandole in modo da resistere alle scosse», ma anche «sapere come comportarsi e subito dopo raggiungere l’area sicura individuata dal comune nel piano di protezione civile. Alcuni piccoli accorgimenti possono essere messi in atto direttamente a costi irrilevanti, come fissare alle pareti i mobili che in caso di scossa possono cadere addosso. Sono sempre le cose che cadono sulle nostre teste a fare male e non il terremoto in se stesso».

Curiosamente proprio ieri l’amministrazione comunale lametina aveva approvato e pubblicato l’aggiornamento dei vari responsabili delle diverse funzioni previste nel piano di protezione civile comunale.

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