“La mia famiglia è negativa, i miei figli vivono nel piano di sotto ed io sopra, sono in quarantena”

L''uomo di 50 anni risultato il primo positivo al Coronavirus a Lamezia Terme smentisce le ricostruzioni degli utenti online

Più informazioni su

Dopo il pasticcio dell’ordinanza non oscurata fatta circolare non dal Comune ma da singoli utenti, l’ipotesi di positività anche della moglie fatta circolare in giornata (non confermata dal sindaco Paolo Mascaro nel recap quotidiano online), l’uomo di 50 anni risultato il primo positivo al Coronavirus a Lamezia Terme tramite Nadia Donato, presidente dell’associazione SenzaNodi, fornisce la propria versione dei fatti.

«Sono positivo al Coronavirus, sono a Lamezia Terme, ma non sono un Untore, mi sono autodenunciato da quando sono arrivato in Calabria. Lasciateci in pace», spiega l’uomo, rimarcando come «la gravità di quanto sta accadendo mi ha spinto a voler far chiarezza perché è veramente incredibile quante falsità stanno facendo circolare sul mio conto. Sono risultato positivo al Coronavirus dopo avere eseguito gli esami previsti. Lavoro a Bergamo per una società che opera per conto delle Ferrovie, non sono fuori dalla Calabria per divertimento ma per portare il pane alla mia famiglia».

L’uomo chirarisce che «appena rientrato dalla Lombardia, da dove sono partito quando ancora non c’era l’emergenza, ho fatto quanto dovevo ed ho spontaneamente denunciato tutto ai carabinieri. Esiste in merito a quanto dico una documentazione che attesta tutto. A seguito di una febbricola, ho deciso di andare a fare un controllo, i sanitari hanno deciso cosa dovevo fare, pertanto hanno eseguito il tampone che ha dato poi l’esito positivo».

Il cinquantenne rassicura che «da quel momento ho preso ogni tipo di provvedimento, ma anche prima non avevo avuto le frequentazioni di persone e luoghi così come nelle notizie false mi si accusa di aver fatto. La mia famiglia è negativa, i miei figli vivono nel piano di sotto ed io sopra, sono in quarantena, ho un po’ di febbre ma niente di più. Comprendo la paura ma non capisco perché bisogna far circolare una serie di notizie non vere e creare una situazione che ha scatenato contro di me una valanga di insulti a volte sfociati in minacce. Sono state registrati dei messaggi vocali dove si dicono solo bugie e mi accusano di aver diffuso il virus a Lamezia».

Nelle dichiarazioni si smentiscono i messaggi audio fatti circolare su whatapp: «devo specificare che non lavoro con un’azienda edile di Nocera e che non sono andato in giro per nessun centro commerciale o farmacia. Oltre ai miei familiari non ho frequentato alcun parente e ho seguito il protocollo previsto dalla legge da quando sono tornato da Bergamo».

In chiusura si rammenta che «quello che è capitato a me sta capitando a migliaia di persone al mondo, tante nemmeno lo sanno, e tante stanno vivendo lo stesso strazio che la cattiveria sta facendo vivere a me e alla mia famiglia. Che sia chiaro io sono in quarantena e non sono andato in giro a divertirmi quando sono tornato da Bergamo. Senza colpe mi sono ammalato e ora mi stanno mettendo alla gogna con una serie di falsità».

Più informazioni su