Il manager di Girifalco che vive a Bergamo: “Difficile descrivere la sensazione di morte e di desolazione che si prova”

“Vi prego davvero di rimanere a casa, anche perché in Calabria non c'è la stessa capacità di far fronte ad emergenze sanitarie che c'è al nord”

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    di Alessia Burdino

    “La cosa che fa più impressione è il continuo suono delle ambulanze che percorrono la città”. Con le parole di Domenico le immagini della TV diventano ancor più, drammaticamente, reali. Vicine. Domenico Marinaro è un giovane di Girifalco. Ha 37 anni ed è il manager di un importante gruppo bancario. Vive e lavora a Bergamo. Città simbolo di un dramma che resterà nella storia e che, trova in questa evoluta città del nord, il suo picco più alto di tragicità.

    Cosa significa vivere al Nord in tempi di coronavirus?

    “Significa cambiare completamente l’ordinarietà, sia nelle piccole sfaccettature che negli aspetti più rilevanti. Le interazioni sociali sono ormai inesistenti.  Ovviamente non si va più in ufficio grazie allo smart working, in ogni caso ci tengo a mantenere alcune delle mie routine quotidiane e, pur non indossando abito e cravatta, comunque opto per indumenti meno “casalinghi”.  Le giornate sono un susseguirsi di telefonate e videoconference, ma la cosa che fa più impressione è il continuo suono delle ambulanze che percorrono la città. Le poche volte in cui sono dovuto, forzatamente, uscire di casa, mi sono sentito catapultato in uno scenario post apocalittico: una città di 150.000 abitanti praticamente deserta presidiata dalle forze dell’ordine. E’ difficile descrivere la sensazione di morte e di desolazione che si prova, ricordando l’immagine del centro cittadino pieno di gente di ogni età. È, però, anche comprensibile si abbia paura: qui non si percepisce il rischio come qualcosa di distante, tutti conoscono qualcuno che è stato infettato dal virus o che ha perso un proprio caro”.

    Lei ha deciso di restare in una zona rossa, anziché tornare in Calabria quando ancora essa stessa non era zona rossa?

    “Non mi ha mai sfiorato l’idea di poter lasciare la Lombardia ed essere un fattore di rischio per i miei cari e per la mia terra d’origine. Anzi, ho discusso, animatamente, con dei miei conoscenti che stavano per approntare un viaggio di ritorno verso il Sud Italia. Fortunatamente qualcuno ha cambiato idea. Purtroppo il buonsenso non è diffuso nella massa, e ci si ritrova ad avere persone in rianimazione al sud, contagiate dai figli rientrati in massa dal nord Italia”.

    Come racconterà, un giorno, questo periodo della sua vita ai suoi figli?

    “Gli racconterò di un tempo in cui un temibile virus falcidiava persone di ogni età, in cui il mondo ha rallentato fino a quasi fermarsi, dove le interazione sociali sono crollate e comunicavamo tra di noi solo grazie alla rete. Gli racconterò che i miei amici medici e infermieri si sono ammalati per salvare delle vite, soccombendo in turni massacranti di lavoro. Gli dirò che in tutto questo mi sentivo impotente. Che avevo paura di perdere i miei cari e che ho fatto la mia parte per aiutare il mondo in questa guerra invisibile, non tanto con le donazioni, ma non uscendo di casa e rispettando le indicazioni delle autorità”.

    Cosa si sente di dire ai calabresi e ai suoi concittadini?

    “Tre parole: Restate a casa! Non fate l’errore di sottovalutare gli effetti devastanti di questa piaga! In Lombardia ci siamo ritrovati travolti in un nonnulla, perché le autorità ancora non sapevamo come reagire a quest’emergenza. Vi prego davvero di rimanere a casa, anche perché in Calabria non c’è la stessa capacità di far fronte ad emergenze sanitarie che c’è al nord e la mia preoccupazione è che si paghi un prezzo troppo alto in vite umane! Mettiamo da parte le nostre abitudini sociali, non solo temendo che ci possiamo ammalare, ma anche pensando che potremmo contagiare un vicino di casa, un genitore, un nonno e non vederlo mai più, neanche per un ultimo saluto. Stiamo uniti nel cuore per affrontare questo mostro come un’unica entità, ma rimaniamo ognuno nelle nostre case”.

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