Incandidabilità sindaco Paolo Mascaro, si chiede di tornare in Corte di Appello a Catanzaro ma in diversa composizione foto

Il 14 luglio in Cassazione la richiesta della Procura Generale di Catanzaro, che a novembre aveva chiesto un nuovo processo

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Tra un bilancio consuntivo ed uno di previsione da approvare in consiglio comunale, con anche la posizione di alcuni consiglieri comunali sull’eventuale incompatibilità da chiarire, per il sindaco Paolo Mascaro torna di attualità la vicenda della presunta propria incandidabilità relativa allo scioglimento avvenuto nel 2017.

Dopo che il primo cittadino era stato ritenuto candidabile sia in primo che secondo grado, in vista dell’udienza del 14 luglio in Cassazione il Pubblico Ministero chiede di accogliere la richiesta della Procura Generale di Catanzaro, che a novembre aveva chiesto che la «sentenza venga annullata con ogni conseguente statuizione», con ritorno in appello davanti ad un nuovo collegio di giudici.

Il 6 novembre la Corte d’Appello di Catanzaro aveva infatti confermato la sentenza di primo grado con Paolo Mascaro giudicato candidabile, mentre l’incandidabilità era stata invece confermata per i e ex consiglieri comunali Giuseppe Paladino e Pasqualino Ruberto.

Ad essere oggetto del ricorso però è stata l’esclusione dalla parti della Procura generale di Catanzaro, con nodo del contendere le scadenze entro le quali doveva essere presentato il reclamo. Il 21 gennaio 2019 la Corte d’Appello fissava tale termine al 15 febbraio 2019 per la notificazione del ricorso presentato dal procuratore di Lamezia Terme. Il Pm del Tribunale di Lamezia Terme, non essendo venuto a conoscenza dell’ordinanza, depositava il 7 marzo del 2019 un’istanza e chiedeva di essere riammesso nei termini per procedere alle notifiche. La Corte concedeva termine fino al 20 settembre 2019.

Nelle motivazioni con cui si chiede alla Cassazione di accogliere la richiesta di un nuovo procedimento in secondo grado si reputa che «l’inosservanza del termine originariamente assegnato per la notificazione del ricorso e del decreto presidenziale di fissazione di udienza non avrebbe potuto giustificare la dichiarazione di improcedibilità del reclamo, comportando unicamente la necessità dell’assegnazione di un nuovo termine».

In conclusione, «disattese le eccezioni preliminari sollevate dal controricorrente Mascaro, conclude per l’accoglimento del ricorso proposto dalla Procura Generale della Corte di Appello di Catanzaro sollecitando la cassazione dell’impugnata sentenza ed il rinvio alla Corte di Appello di Catanzaro in diversa composizione».

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