Dopo 8 anni Bruno Brattoli termina il proprio mandato da presidente del tribunale di Lamezia Terme

Rimarrà a vivere in città anche dopo aver concluso l'incarico

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Ultimo giorno di lavoro per Bruno Brattoli, presidente del tribunale di Lamezia Terme che, dopo 8 anni, lascia il suo ufficio al secondo piano del palazzo di giustizia lametino.

Brattoli, 67 anni, conclude la sua pluridecennale carriera di magistrato proprio nella cittadina calabrese dove ha assunto la guida dell’Ufficio giudiziario nel settembre del 2012. “Quando sono stato assegnato a capo di quest’ufficio – rivela Brattoli – Lamezia, da Roma in su, era considerata la città dell’aeroporto, del peperoncino e della mafia. Quindi sapevo bene che sarei stato alla guida di un ‘tribunale di frontiera’ in un territorio complesso e difficile. Ma tutto ciò non mi ha certo spaventato: ho amato Lamezia fin da quando sono sceso dalla scaletta dell’aereo. In questa città – sottolinea ancora il presidente uscente del tribunale – mi sono trovato benissimo tanto che rimarrò a vivere qui”.

Otto anni fa, all’atto del suo insediamento, la città di Lamezia viveva un periodo di grande agitazione in quanto si paventava la chiusura del tribunale. Un’eventualità poi fortunatamente scongiurata definitivamente ma che per diverse settimane ha generato polemiche e tensioni. Un periodo controverso per l’intera comunità lametina in cui Brattoli è rimasto alla guida di palazzo di giustizia mantenendo nervi saldi, equilibrio ed autorevole fermezza. Gli 8 anni di presidenza si chiudono con l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19. Un periodo terribile per gli operatori della giustizia di tutta Italia che, a Lamezia, ha visto un team collaudato di magistrati, avvocati, personale giudiziario, rimanere in ufficio ogni giorno anche in periodo di quarantena.

“Da quando è scoppiata la pandemia e anche durante il lockdown – ribadisce Brattoli – il tribunale di Lamezia non ha mai chiuso. Certo l’amministrazione della giustizia ha subìto dei rallentamenti, i ritmi di lavoro sono stati diversi ma palazzo di giustizia è stato presidiato ogni giorno lavorativo da una squadra di straordinari collaboratori”.

A tal proposito, Brattoli rivolge il suo sentito ringraziamento a tutti i magistrati, all’ordine forense e a tutto il personale del tribunale lametino per il lavoro svolto in questi anni e non solo per lo straordinario impegno profuso nei mesi scorsi. Un ‘grazie’ di cuore è rivolto anche alle forze dell’ordine “con cui – rimarca il capo dell’Ufficio giudiziario che conclude il suo mandato – ho avuto sempre una perfetta intesa”.

Bruno Brattoli si emoziona quando ricorda i momenti vissuti nel suo ufficio di piazza Della Repubblica ma c’è un episodio che ancora, a distanza di 4 anni, lo rattrista e lo addolora: l’omicidio dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso avvenuto la sera del 9 agosto 2016. “L’avvocato Pagliuso aveva una incredibile cultura giuridica ed era una persona corretta – asserisce il magistrato – Ai suoi funerali i miei toni sono stati forti perché mi sono accorto che c’era molto cordoglio di facciata, non realmente sentito. Un barbaro assassinio va sempre condannato, senza indugi. L’avvocato Pagliuso era un valente penalista ed anche un giovane padre, molto affettuoso e premuroso. Proprio pensando al suo bambino, rimasto orfano del suo papà, esortai pubblicamente chi sapeva qualcosa a collaborare per assicurare alla giustizia mandanti ed esecutori dell’efferato delitto”.

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