Delitto Pantano, Arcieri condannato a 30 anni. Per i fratelli Strangis deciso il “fine pena mai”

La Squadra Mobile della Questura di Catanzaro ed il Commissariato di Lamezia, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, erano riusciti a far luce sull'omicidio 13 anni dopo

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    Due ergastoli e una condanna a 30 anni di reclusione. E’ stata questa la decisione assunta dal Giudice per indagini preliminari Giulio De Gregorio, a carico di Vincenzo Arcieri, Gino Strangis e Pino Strangis, accusati, a vario titolo, di essere coinvolti nell’omicidio di Filippo Pantano, ucciso a colpi d’arma da fuoco, a Martirano Lombardo il 20 luglio del 2005.

    Due anni fa, esattamente ad ottobre, la svolta nelle indagini  condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Catanzaro e dal Commissariato di Lamezia, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese, guidata da Nicola Gratteri.

    I poliziotti avevano fatto scattare le manette ai polsi di due degli indagati, i fratelli Strangis, in quanto   Vincenzo Arcieri, era  gia’ detenuto per altra causa nella casa circondariale di Caltanissetta.

    GINO STRANGIS IDEATORE ED ESECUTORE, IL FRATELLO PINO SUO COMPLICE, VINCENZO ARCIERI MANDANTE

    Gino Strangis, secondo le risultanze investigative degli uomini della Questura di Catanzaro,  sarebbe stato ideatore, organizzatore ed esecutore del fatto di sangue, a cui avrebbe preso parte il fratello Pino, mentre Vincenzo Arcieri sarebbe stato fra i mandanti ed ideatori del delitto con i vertici della cosca Giampa’ di Lamezia Terme. L’omicidio fu compiuto nottetempo nei pressi dell’abitazione della vittima che era alla guida di un’autovettura Land Rover. L’uomo fu raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco, di cui alcuni di fucile calibro 12 e uno di pistola calibro 9×21. Le indagini si sono basate anche sulle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia che avrebbero consentito agli investigatori di trovare un riscontro gli indizi che già all’epoca dei fatti avevano permesso di inquadrare la cosca Giampà, e in particolare i fratelli Strangis, come responsabili dell’omicidio Pantano.

    LO SCONTRO TRA LE ‘NDRINE DEL LAMETINO

    Alla base del delitto ci sarebbero stati contrasti tra le famiglie Arcieri-Cappello, a cui gli Strangis erano legati, e la cui ‘ndrina costituiva una promanazione della cosca Giampa’ nell’area premontana di Lamezia Terme, e Pantano, che rappresentava, secondo gli inquirenti, gli interessi della contrapposta consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte. In particolare, i fratelli Strangis, per conto delle famiglie Arcieri – Cappello, nell’ambito della cosca di ‘ndrangheta Giampa’, incaricati di fatto del controllo della zona montana di Lamezia Terme, al fine di riappropriarsi della gestione delle estorsioni alle imprese e alle ditte operanti nell’area avrebbero deciso di uccidere il rivale. La decisione fu presa d’intesa con i vertici delle famiglie Giampa’ e Cappello-Arcieri, nell’ambito del quale Arcieri, vantava un ruolo primario.
    Sarebbe stato accertato che la decisione del delitto maturò con il consenso di Giuseppe Giampa’, capo della cosca omonima, figlio del “professore”, Francesco Giampa’, capo del clan, successivamente divenuto collaboratore di giustizia.

    LA SENTENZA CHE DA’ RAGIONE ALLE RISULTANZE INVESTIGATIVE DELLA SQUADRA MOBILE

    Ora la decisione. Per quell’omicidio Arcieri sconterà 30 anni di reclusione, mentre per i fratelli Strangis è stato deciso un fine pena mai.

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