Notifica in carcere per mandanti ed esecutori del duplice omicidio di Giovanni Torcasio e Cristian Matarasso

Consumato a Lamezia Terme il 29 settembre 2000.

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Nella mattinata odierna gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catanzaro, con il Procuratore Aggiunto Vincenzo Capomolla e il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro nei confronti di Antonio Davoli, cl. 66, Pietro Iannazzo, cl.75, Vincenzino Iannazzo, cl.54 e Domenico Cannizzaro, cl.66, in quanto ritenuti gravemente indiziati del concorso, a vario titolo, nel duplice omicidio di Giovanni Torcasio, cl. 64 e Cristian Matarasso, cl. 78, rimasti vittime di un agguato mafioso consumato a Lamezia Terme il 29 settembre 2000.

I destinatari del provvedimento cautelare, tutti esponenti di vertice delle cosche federate della ‘ndrangheta lametina, Iannazzo – Cannizzaro – Da Ponte, sono già detenuti, alcuni anche nel regime dell’art. 41 bis ord. pen., a seguito delle condanne riportate in relazione al procedimento penale 1002/16 Rgnr ( c.d. operazione “Andromeda”) che ha riguardato la cosca di ‘ndrangheta “Iannazzo-Cannizzaro-Da Ponte”.

In particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire le fasi ideative ed esecutive del cruento fatto di sangue anche grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di Giustizia, uno dei quali indagato per il medesimo delitto, che hanno trovato puntuale riscontro negli accertamenti condotti dalla Squadra Mobile di Catanzaro, delineandosi il ruolo di Vincenzino Iannazzo e Domenico Cannizzaro, soggetti al vertice delle rispettive famiglie, quali mandanti dell’evento omicidiario, e di Antonio Davoli e Pietro Iannazzo, quali esecutori materiali del delitto.

Il delitto veniva consumato al termine di un lungo inseguimento iniziato nel centro di Lamezia Terme e concluso, dopo circa 3 km, nei pressi del bivio Carrà Cosentino, allorché i killer, Antonio Davoli e Pietro Iannazzo, alla guida di una moto di grossa cilindrata precedentemente rubata, raggiungevano le vittime, attingendoli con numerosi colpi di pistola.

Nella circostanza, Cristian Matarasso decedeva nell’immediatezza, mentre Giovanni Torcasio, che aveva anche tentato una disperata fuga, moriva durante il trasporto in ospedale.

Il movente del duplice omicidio risiedeva, in quel particolare periodo storico, nella volontà delle cosche confederate Iannazzo e Cannizzaro – Daponte di vendicare gli omicidi di Francesco Iannazzo cl. 51 e Giuseppe Cannizzaro cl. 38 e, al contempo, prevenire ulteriori azioni omicidiarie ai loro danni, desunti dal tentativo, all’epoca, di Giovanni Torcasio di rinforzarsi attraverso la ricerca di nuovi alleati.

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