Revocata la misura cautelare della interdizione temporanea dalle attività professionali ed imprenditoriali per Manny Mercuri

“Dagli stessi atti di causa è emerso un coinvolgimento della Mercuri Manny esclusivamente legato a vincoli familiari.”

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Il G.I.P. del Tribunale di Lamezia Terme Rossella Prignani, nell’ambito dell’inchiesta “Fratelli d’acciaio” della Procura della Repubblica di Lamezia Terme che aveva portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di un noto imprenditore lametino e diverse altre persone per i reati di associazione a delinquere e di bancarotta fraudolenta, dopo l’interrogatorio di garanzia, ha ordinato l’immediata revoca della misura cautelare della interdizione temporanea dalle attività professionali ed imprenditoriali che era stata adottata per Manny Mercuri, 47 anni, di Lamezia Terme, sorella del principale indagato.

Per la Mercuri, difesa da Antonello Bevilacqua del Foro di Lamezia Terme e da Nicola Carratelli del Foro di Cosenza, nel provvedimento di revoca del concorso nella bancarotta di alcune delle società del fratello e non anche dell’associazione per delinquere pure contestata ad altri indagati, il G.I.P. ha riconosciuto la sostanziale estraneità dell’indagata alle attività societarie della famiglia, ritenendo “il narrato della donna […] credibile e sincero” ed affermando che “dagli stessi atti di causa è emerso un coinvolgimento della Mercuri Manny esclusivamente legato a vincoli familiari.”

Soddisfazione è stata espressa dai due legali, i quali hanno rilevato che è stata immediatamente restituita serenità ad una donna fortemente scossa, sul piano personale, da quanto accaduto e dalla risonanza mediatica della vicenda e che è stata inoltre ripristinata la dignità di una professionista che esercita da anni, da tutti stimata, la sua attività di farmacista.

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