Ristorante lametino multato a novembre per le norme Covid, chiuso ora poiché non autorizzato

In precedenza sospeso per 15 giorni poiché i tavoli erano posizionati ad una distanza tra loro inferiore ad un metro

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Nell’epoca della pandemia tra le attività più colpite dalle restrizioni figura anche quella della ristorazione, ma da una multa per mancata osservanza delle norme Covid si possono scoprire anche attività aperte ma mai pienamente autorizzate.

Così il 29 dicembre il comando carabinieri per la tutela della salute trasmetteva al Comune di Lamezia Terme l’ordinanza ella Prefettura di Catanzaro, con la quale veniva decisa la chiusura per 15 giorni di un’attività di somministrazione alimenti e bevande, essendo stato riscontrato che “i tavoli del ristorante erano posizionati ad una distanza tra loro inferiore ad un metro e, inoltre, non veniva esibito il protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID19, previsto dal DPCM 10/10/2020”.

Nell’ordinanza comunale con cui oggi si decide invece di chiudere definitivamente l’attività, la cui identità e collocazione è come per legge coperta da omissis, emerge che «da una verifica degli atti di ufficio, l’attività di ristorazione veniva esercitata abusivamente senza alcun titolo legittimante, in quanto la SCIA di avvio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande presentata dalla Società con pratica SUAP codice univoco n. 7336 del 20/05/2020 è stata dichiarata irricevibile dall’ufficio SUAP, giusta ricevuta di irricevibilità inoltrata tramite piattaforma CALABRIASUAP in data 20/05/2020».

Nel mezzo mesi di aperture a singhiozzo per tutta la categoria, ristori ritenuti non adeguati, incontri in Comune e scadenze fiscali che se non onorate andranno ad incidere anche sul bilancio dell’ente locale ed istituzioni superiori.

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