Truffa del pellet, il giro di false fatturazioni svelato dalla Guardia di Finanza anche nel lametino

Tre catanzaresi sono inoltre accusati di truffa aggravata per l'ottenimento degli eco-incentivi

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    L’indagine della Guardia di Finanza riguarda una frode carosello nel settore della commercializzazione del pellet e una truffa aggravata ai danni dello Stato per la manipolazione di numerose pratiche GSE (Gestione Servizi Energetici) per frodare il sistema degli eco incentivi.

    Sono 23 gli indagati che questa mattina si sono visti notificare dalle fiamme gialle un decreto di perquisizione vergato dal sostituto procuratore Francesco Bordonali, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore capo Nicola Gratteri. Tra loro imprenditori, commercialisti e consulenti.

    La vicenda riguarda principalmente aziende operanti tra Simeri Crichi, Catanzaro e Lamezia Terme, ma anche in altri centri della provincia e in Sicilia.

    Alcuni degli indagati, tra cui alcuni soggetti di nazionalità ucraina, sono accusati di associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla frode fiscale ed altri reati fiscali. Il meccanismo, secondo l’accusa, sarebbe ruotato intorno alla gestione delle società Import Pellet e Calor Sud, considerate dalla finanza delle “società cartiere”, che gli indagati avrebbero utilizzato per distribuire a dei rivenditori nazionali il pellet proveniente da una società estone, la Mondial Pellet Ou, realizzando operazioni inesistenti, relative all’annualità fiscali tra il 2016 e il 2021, tipiche delle cosiddette truffe carosello a carattere transnazionale, finalizzate in particolare all’evasione dell’iva e all’acquisto di merce a prezzo di mercato ribassato. E’ stata inoltre accertata dai militari del Nucleo di Polizia Economica-Finanziaria l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il danno all’erario complessivamente accertato ammonterebbe ad oltre 6 milioni di euro.

    Tre catanzaresi sono inoltre accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche: si tratta dell’amministratrice di una ditta individuale, dell’amministratore di fatto della stessa ditta e di un ingegnere, che avrebbero fatto risultare come sostituzioni di vecchie caldaie l’installazione di nuovi impianti, inducendo in errore l’Enea al fine di procurarsi un ingiusto profitto consistente nelle detrazioni fiscali indebitamente godute.

    Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Enzo De Caro, Davide De Caro, Piero Mellea, Magda Mellea, Antonio Ludovico, Nicola Loiero, Pietro Leone, Pietro Mancuso, Domenico Chianese, Armodio Migali, Eugenio Felice Perrone.

     

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