Marijuana e cocaina affari di famiglia, nella coltivazione della cannabis tra gli imprevisti anche le capre

Oltre a badare al proprio commercio, gli attinti dalle misure cautelari dell'operazione che nei giorni scorsi ha svelato i movimenti dello spaccio di droga nel centro città facevano anche “benchmarking”.

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Oltre a badare al proprio commercio, gli attinti dalle misure cautelari dell’operazione che nei giorni scorsi ha svelato i movimenti dello spaccio di droga nel centro città facevano anche “benchmarking”.

Spaccio in Piazza Mercato Vecchio, 23 indagati

Nel confronto all’interno del magazzino si valuta anche il giro di affari di chi smercia marijuana, ipotizzando che uno dei pusher «il giorno si fa all’incirca 500/600 euro», stima confermata anche da Pagliuso («eh si con questa cosa si… li facevo io!…alla tua età li facevo…»), con possibili fornitori individuati anche a Sambiase («…sei sette chili.. di quella scura però… quell’erba di merda…si è preso un magazzino»), su via del Progresso e sul confine tra località Acquadauzano e Conflenti (600 piante, andate però distrutte una volta saputo di essere stati scoperti).

Ci sono poi venditori più abili a seconda del fornitore («l’erba del vecchio è la numero uno!» e «…da coso? dallo zio Ciccu… assai se n’è preso… un chilo compa’, in una settimana glielo toglie… ad occhi chiusi…»), i ricavi aumentavano («oh! gli porta mille euro a settimana…!»), e così i sodali dell’impresa illecita valutano di allargare il giro di propri venditori («arrivato a questo punto c’è l’agganciamo noi a questo!»).

Nella discussione nell’estate del 2018 tra Bonali padre e figlio emerge la coltivazione in essere di alcune piante di marijuana, di tipo “Amnésia”, che erano già in fiore e detenute sul balcone di un complice, ed il genitore è prodigo di consigli su come evitare di rovinare il raccolto, inconveniente già avvenuto l’anno precedente.

Altri problemi son quelli relativi alle coltivazioni in terreni non recintati, come si evince dal racconto di uno dei fornitori che ricorda come «ho trovate le pecore arrampicate che se la mangiavano… minchia pacco… cento piante….».

“Io gliela do agli avvocati, gliela do ai dottori, gliela do ai migliori del mondo”

Per la cocaina si provano diversi fornitori anche fuori Lamezia Terme, ma non sempre i sodali son soddisfatti della qualità del prodotto anche quando il prezzo iniziale risulta più basso. Nel frattempo, infatti, le forze dell’ordine lametine avevano iniziato ad arrestare alcuni dei precedenti intermediari e sequestrare le sostanze stupefacenti, e così gli indagati per rifornirsi dopo l’estate hanno iniziato a testare anche il mercato rom di “ciampa di Cavallo” (che sarà a novembre 2019 scenario dell’operazione “Scacco alla Regina”), non senza qualche reticenza, vedendosi sbarrati i precedenti canali tra mancanza di sostanze e debiti da onorare.

Le operazioni delle forze dell’ordine cominciavano a far preoccupare i protagonisti dello smercio illecito, e Bonali commentando il bliz alle palazzine popolari di via D’Ippolito ammette che «io ho pensato che questa mattina me ne andavo pure io… guardavo in mezzo la strada, ho detto: “adesso arrivano 5 o 6 pattuglie all’improvviso, lo sai cosa vedi!”».

Un altro degli indagati racconta invece che, alla vista dei cani antidroga nelle vicinanze, «ho buttato …inc.le… bilancino, carte, dentro una cosa avvolti in un paio di pantaloni, con qualche pezza nera mischiata, mi sono messo sul terrazzo così e loro erano sotto… OMISSIS… erano sotto davanti da Fabiuzzu pure, con il cane cercavano anche li, io ho preso il coso così, ho preso la rincorsa e l’ho fatto arrivare dalla parte di sotto della strada di Fabio …OMISSIS… ad un tratto ho sentito “pom” (ride) ho chiuso il balcone piano piano e mi sono andato a coricare».

Nel periodo preso in considerazione nell’ordinanza, che va dal 2017 al 2020, in alcune trattative la cocaina prendeva nomi femminili, che fossero Caterina, Giovanna e Mariantonia, Barbara e Carolina, ed anche le madri e compagne dei sodali si trovano immischiate negli affari illeciti, tanto che la moglie di Pagliuso rimprovera il coniuge accompagnandolo durante la cessione di un quantitativo di stupefacenti: «…e ridi pure!!! adesso ti è cambiato già l’umore!!! perchè a te ti interessano i soldi!!! tu ti venderesti pure a me per soldi!!! hai capito! hai capito!».

In altra circostanza la stessa ammoniva «se non è buona non te la prendere per niente e vai da un altro! no?», per poi dire: «te la prendi, non la vuoi pagare e dici pure che non è buona? Perché la prendi da un altra parte e devi screditare la mia? Scusami!», paragonandosi a “Teresa Mendoza”, una delle donne simbolo dei cartelli della droga sudamericani, durante una fase di confezionamento ed assunzione di droga in sua presenza nel 2020 in casa di uno dei sodali.

Meno attrattivo il mercato dell’hashish, derubricato ad affari di poco conto spesso nei discorsi intercettati.

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