Maltrattamenti, insulti e violenze verso le compagne, Polizia interviene contro la condotta di due lametini

In arresto un pregiudicato, divieto di avvicinamento alla convivente e l’applicazione del  braccialetto elettronico in un altro caso

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Nella serata di mercoledì personale del Commissariato di Lamezia Terme ha tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Lamezia Terme, P. L., pregiudicato, condannato per i reati di cui all’articolo 416 bis c.p. oltre che per resistenza a Pubblico Ufficiale, ex sorvegliato speciale, ex libero vigliato, inserito a pieno titolo in una cosca mafiosa operante in questo Centro. 

P. L. è stato arrestato perché erano emersi nei suoi confronti gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di maltrattamenti in famiglia. Infatti dalle indagini svolte dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato Lametino, sotto le direttive della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, e emerso  si legge in una nota della Procura “che l’uomo aveva sottoposto la moglie a reiterate condotte vessatorie e prevaricatorie, consistenti in ingiurie, violenze fisiche e morali, tali da cagionarle sofferenze, privazione ed umiliazioni ed ingiuriandola va frequentemente”. 

Durante la gravidanza – si legge ancora nel comunicato    aveva minacciato di buttarla giù per le scale e da ultimo, nel mese di maggio. l’aveva minacciata di ucciderla con una motosega. Il Gip di Lamezia Terme, all’esito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere a seguito del quale P.L. è stato condotto nella casa circondariale, a disposizione dell’A.G. Si tratta di un arresto effettuato in applicazione del “Codice Rosso”, normativa, particolarmente efficace, entrata in vigore nel luglio del 2019 a difesa delle donne contro la violenza di genere, che prevede una corsia privilegiata per alcuni tipi di reati, come i maltrattamenti in famiglia e lo stalking, che vedono come vittime, in primo luogo, le donne e fornisce particolare tutela alle fasce deboli.

Da tempo la Polizia di Stato ha adottato particolari procedure, quali il cd Protocollo EVA e l’applicativo “Scudo”, che permettono agli operatori che hanno ricevuto una adeguata formazione specialistica, di intervenire immediatamente e di mettere in atto collaudate procedure a tutela delle vittime di tali reati, sotto la direttiva immediata e costante della Autorità Giudiziaria. 

Quest’ultimo risultato di servizio – che testimonia la perfetta sinergia con l’A.G. e l’elevata professionalità degli operatori – segue quanto effettuato nel pomeriggio del 27 maggio  dal team di specialisti che il Commissariato ha destinato permanentemente a questo delicato settore. Infatti, in questa precedente circostanza, è stata eseguita altra ordinanza di misura cautelare personale emessa dal GIP di Lamezia Terme, su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme nei confronti di M. A. pregiudicato, con la quale è stato disposto nei suoi confronti il divieto di avvicinamento alla convivente e l’applicazione del  braccialetto elettronico, attesi i gravi indizi di colpevolezza emersi in relazione al reato di maltrattamenti in famiglia. 

A seguito di un intervento per “Codice Rosso”, l’Ufficio Anticrimine aveva svolto accurate indagini che avevano permesso di accertare che l’uomo da anni sottoponeva la compagna a violenze fisiche e morali, molestie telefoniche e facendo abuso di sostanze alcoliche, anche ad aggressioni fisiche. Nel mese di aprile l’aveva condotta in una località montana, lasciandola a piedi, priva del telefono cellulare per poi allontanarsi a bordo dell’autovettura. Sempre nella stessa giornata l’uomo aveva portato con se i figli minori, senza darne notizia alla compagna, con l’intento di trascorrere la notte fuori casa, ospite di conoscenti. La donna, particolarmente allarmata, si era rivolta al Commissariato che, dopo rapidi ed efficaci accertamenti, inviava le volanti in servizio in zona montuosa e periferica, dove, presso l’abitazione di un conoscente, venivano rintracciati i minori in compagnia di M.A.

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