Si è conclusa la settima edizione del premio Muricello a San Mango d’Aquino

Un appuntamento nato nel 2013 da un’idea del giornalista Antonio Chieffallo, il quale spiega che «abbiamo voluto introdurre una formula precisa e cioè unire la discussione su temi scottanti e di attualità ai riconoscimenti assegnati»

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    Si è conclusa la settima edizione del premio Muricello, un appuntamento nato nel 2013 da un’idea del giornalista Antonio Chieffallo, il quale spiega che «abbiamo voluto introdurre una formula precisa e cioè unire la discussione su temi scottanti e di attualità ai riconoscimenti assegnati»
    Il primo premio della serata è andato a Sara Scarpulla che, il 9 aprile 2018, ha visto morire il figlio Matteo Vinci per mano della famiglia Mancuso a Limbadi. Toccante la sua testimonianza: «Ho visto mio figlio bruciare mentre mio marito, disteso a terra, in fin di vita, mi chiedeva di aiutare Matteo, ma io non ho potuto fare niente. Ha pagato con la vita la nostra volontà di non cedere alla ‘ndrangheta. Ed ancora oggi, la figlia dei Mancuso, continua a sfregiare la nostra vita e la memoria di mio figlio».
    La testimonianza di Sara Scarpulla ha commosso una Piazza Belvedere gremita con i presenti tutti in piedi ad applaudire la vittima di mafia ed il marito Francesco Vinci durante la lettura delle motivazioni del riconoscimento: «per la dignità mostrata nell’affrontare la tragica perdita del figlio Matteo e per il coraggio con il quale combatte la violenza e la tracotanza della criminalità organizzata. Un esempio di civiltà per la Calabria». 
    Un dramma ripreso da Camillo Falvo, magistrato della Direzione Distrettuale Antimanfia, secondo premiato della serata: «ho lavorato molto tempo a questo caso, e siamo riusciti ad arrestare i responsabili di quel fatto tragico. Il futuro per loro è il carcere». Ottimista, Falvo, sulla lotta alla ‘ndrangheta: «riscontriamo un numero sempre crescente di persone che denunciano azioni criminali, questo è il primo segno di una nuova stagione. C’è ancora molta strada da fare, anche sul versante legislativo, ma stiamo andando nella giusta direzione». 
    Terza premiata della serata Carla Sorrenti, fashion designer e fondatrice del marchio di borse luxury Venusia. Riconoscimento assegnato «per il successo professionale ottenuto nel movimento fashion internazionale, attraverso lo stile suadente ed innovativo delle sue creazioni. Vere e proprie opere che evocano la passione, il sudore e l’abnegazione con cui Carla Sorrenti ha costruito il suo percorso di vita». Forte il legame con la Calabria: «Uno dei tratti che distingue le mie creazioni è proprio il richiamo alle origini che mi ha sempre accompagnato. Un impronta che ho voluto fosse ben chiara nel momento in cui ho deciso di tentare la difficile strada di costruire un marchio personale. Una scommessa che posso dire di aver vinto». 
    Particolarmente emozionante la premiazione dell’associazione Lucky Friends, che si occupa di promuovere le attività sportive e non solo di molti ragazzi disabili. Il riconoscimento (“Per aver acceso un faro di umanità, di coraggio e di civiltà in una terra difficile come la Calabria”) è stato ritirato da Rosario Cortese: «il lavoro fatto testimonia la grande vitalità di questi ragazzi, ma bisogna abbattere le barriere mentali. Su questo fronte siamo ancora molto indietro». Il tema dei diritti è stato affrontato da Antonio Mirijello, presidente Regionale dell’ente nazionale Sordi a cui è andato il premio con le seguenti motivazioni «Per la forza, il coraggio e la determinazione che hanno contraddistinto l’azione dell’associazione negli ultimi anni e per aver aiutato a comprendere quanto i gesti possano valere più di tante parole». Mirijello ha chiesto l’intervento del parlamento: «l’Italia è l’unico paese che non ha ancora riconosciuto la lingua dei segni ed è un fatto grave». 
    La serata si è conclusa con la premiazione di Giuseppe Manfredi,  «per i grandi successi conseguiti nella professione di medico ginecologo, per aver anteposto valori, coerenza e dignità ad ogni convenienza di natura personale e per non aver mai spezzato il cordone ombelicale affettivo con la sua terra»; Angelo Colosimo, autore ed attore teatrale,  «per i ripetuti successi professionali, ottenuti con tenacia e grande spirito di sacrificio, che gli sono valsi il meritato titolo di “Maestro”»; Antonio Saffioti, scrittore disabile.  «per il libro Respirare, per la forza con la quale affronta le battaglie della vita e per la strenua resistenza verso ogni forma di ingiustizia»; Salvatore D’Elia, giornalista e scrittore,  «per aver curato la scrittura del libro Respirare e per la passione e la preparazione con le quali rende onore alla cultura calabrese»; Fiore Isabella, professore e scrittore,  «per il libro “La scuola… secondo Mattia”. Un volume che è un atto d’amore verso la vita vissuta diversamente, l’insegnamento e la scuola. Un esempio di grande umanità e rigore professionale»; Giacinto Mancuso, storico promoter lametino,  «per aver costruito, in tempi difficili, grandi stagioni teatrali e musicali in Calabria e per aver contribuito a far diventare San Mango d’Aquino un punto di riferimento culturale nella nostra regione»; Francesco Notaro, capo gabinetto comando generale Vigili del Fuoco, «per il rigore istituzionale, l’abnegazione e lo spirito di servizio che hanno contraddistinto un percorso professionale denso di successi»; Guglielmo Mastroianni, neo laureato, non vedente, in giurisprudenza, «per la grande volontà, la tenacia e la preparazione con le quali ha brillantemente terminato i propri studi». 
    Soddisfatto il sindaco Luca Marrelli: «è stata una serata commovente e che ci ha dato grandi spunti di riflessione. Sono orgoglioso di avere avuto a San Mango, grazie al lavoro di Antonio Chieffallo ed Ugo Floro, ospiti che hanno lasciato un segno che resterà nel tempo».
     

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