Sessanta “pellegrini” in escursione sul nuovo tracciato del “Cammino di Gioacchino da Fiore” foto

L'11 luglio escursione nella montagna di Lamezia Terme, attorno al Monte Mancuso

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Sessanta “pellegrini” provenienti, fra l’altro, da Lamezia, Conflenti, Platania, Carlopoli, Petronà, Catanzaro, Cosenza, Paola, Serrastretta, Decollatura, hanno compiuto domenica 4 luglio i 18 km del nuovo tracciato (percorso interamente per la prima volta proprio in questa occasione) della tappa Platania/Carlopoli del “Cammino di Gioacchino da Fiore”, in corso di realizzazione da parte della omonima associazione, che è stata anche l’organizzatrice dell’evento, il secondo nell’ambito del cartellone estivo del Festival delle Erranze e della Foloxenia.

Una lunga, faticosa cavalcata fra monti, valli, foreste, antichi, villaggi rurali, testimonianze della storia. Si è partiti dalla Domus bethaniae, la base scout immersa nei castagneti a monte dell’abitato di Platania. Un lungo traverso ha portato i pellegrini alla falde della Faggeta di Condrò, da dove è iniziata la risalita fra le navate della foresta dove già il Festival aveva, nelle scorse edizioni, ambientato lo “shirin yoku” (immersione nei boschi) ed “arpe nel bosco” (l’escursione-concerto nella faggeta che si ripeterà quest’anno il 13 di agosto). Giunti sul crinale, la guida dell’evento, Francesco Bevilacqua, ha delineato la figura del mistico e teologo calabrese Gioacchino da Fiore (nato a Celico nel 1135 e morto a Pietrafitta nel 1202).

La comitiva ha poi raggiunto la cima di monte Condrò e il panoramico piano di Pietre delle Quadarelle, con ampia vista sulla Conca di Decollatura e con visita alle pittoresche rupi ornate di graffiti preistorici. Qui l’incontro con la mandria di “capre nicastresi” (una delle più pregiate razze caprine europee) dell’allevatore Michele Scalise di Serrastretta. Attraversato l’altro panoramico poggio di Colle Pica, i pellegrini hanno imboccato la stradina che collega Serrastretta a Cusino (piccolo villaggio rurale di Decollatura), da dove, guadato il torrente Marotta, sono risaliti nel bosco di castagni e cerri sino a Monte Palombara.

Sosta per rifocillarsi fra gli abeti e poi, dal vicino Monte Carolea, la comitiva è scesa, con magnifica vista, verso la valle dell’Amato, attraversando l’Azienda Acqua del Signore appartenente al demanio regionale. Superata la strada provinciale presso la stazione di Serrastretta, i pellegrini hanno finalmente imboccato l’antico sentiero-acquaro nelle gole del Corace, immergendosi in una vera e propria giungla mediterranea. Passando per un mulino sapientemente restaurato e per il complesso della Bioittica di Carlopoli, finalmente hanno raggiunto i magnifici ruderi dell’Abbazia di Corazzo, dove Gioacchino da Fiore fu monaco ed abate.

Qui, rifocillati dalla pro loco e dall’Avis, i pellegrini hanno assistito alla conversazione fra Francesco Bevilacqua e Massimo Iiritano autore del libro “Gioacchino da Fiore, attualità di un profeta sconfitto”, Rubbettino Editore. Per tutto il percorso, durato dalle 9 alle 17, con un dislivello in salita di circa 600 metri, auto di servizio hanno assistito la comitiva. Il ritorno alle auto è stato effettuato con un servizio navetta predisposto dagli organizzatori.

Il prossimo appuntamento è per domenica prossima 11 luglio con una facile e remunerativa escursione nella montagna di Lamezia Terme, attorno al Monte Mancuso, alla scoperta dei borghi rurali dell’ex comune di Sambiase.

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