La 57° replica di una commedia “Fortuna con la C maiuscola” in scena ieri a San Mazzeo

Devoluto il cachet di compenso per la prestazione artistica quale contributo per i lavori in corso alla parrocchia di Sant’Anna

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L’improvviso temporale estivo non ha fermato la compagnia teatrale lametina “Vercillo” che si è esibita a San Mazzeo.

Dopo l’appuntamento a San Vito sullo Ionio che ha visto gli attori impegnati a fine luglio, ecco che è giunto un nuovo appuntamento con la comicità in vernacolo grazie alla comunità di San Mazzeo, l’Amministrazione Comunale di Conflenti, il parroco don Adamo Castagnaro.

In una suggestiva cornice di montagna, alle 21 una luna splendente si è alzata in cielo per illuminare il palco che ospitava gli attori. Contestualizzata al territorio, gli attori hanno riscaldato la serata con espressioni visive e linguistiche del vernacolo, proiettando il pubblico agli anni 60, con una morale però ancora vibrante per il nostro oggi.

La 57° replica di una commedia “Fortuna con la C maiuscola”, liberamente tratta da Eduardo de Filippo, ancora una volta è riuscita a divertire con un perfetto equilibrio tra comicità e morale, chiamando il pubblico quale complice di scena e di vita.

Ogni attore un suo carattere, ogni personaggio una sua identità, ma è solo grazie alla regia di Raffaele Paonessa che tutti sono riusciti a comunicare fra loro, dialogando per passione teatrale ed emozione scenica.

A fine serata, dopo i ringraziamenti di rito, la compagnia lametina con il simbolo di una busta bianca vuota, consegnata agli organizzatori, ha devoluto il cachet di compenso per la prestazione artistica quale contributo per i lavori in corso alla parrocchia di Sant’Anna, della quale ricorrevano i festeggiamenti.

«Siamo felici – ha poi aggiunto il regista, Raffaele Paonessa – di aver portato il nostro teatro ma soprattutto il nome del nostro Gruppo, in un comune, quale quello di Conflenti, tanto caro proprio al nostro padre Giovanni Vercillo, così come il borgo di San Mazzeo, meta di escursioni che in passato hanno caratterizzato la nostra formazione parrocchiale».

«Il teatro accende riflettori di scena ma crediamo – ha continuato il regista – che debba spegnere la distrazione umana che spesso perde di vista le cose importanti per dedicarsi a quelli urgenti, dimenticando quanto sia necessario collocare al primo posto l’altro. Come ha anche ricordato Don Adamo, padre Giovanni Vercillo ha insegnato a vivere in fraterna comunione e lo ha fatto fino alla fine, e soprattutto nel momento più difficile della malattia che ne ha spento il corpo ma mai lo spirito. E gli attori di Lamezia Terme, non dimenticano mai quel suo motto “omaggio al nulla provvisorio”, frase incorniciata nella stanza del sacerdote minimo».

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