Reperti archeologici a San Mango d’Aquino irreperibili, l’appello dell’amministrazione comunale

Appello del vicesindaco a privati e soggetti pubblici per poter riavere e far conoscere quanto scoperto

Il Comune di San Mango d’Aquino fa parte di un’area ricca di testimonianze storiche ed emergenze archeologiche e si colloca all’interno di un territorio delimitato dal Piano della Tirena (comune di Nocera Terinese) da un lato, e dall’antica città di Martirano dall’altro.

Nel passato il collegamento con i centri circostanti è avvenuto grazie al fiume Savuto (navigabile nella sua parte finale fino a cinquecento anni fa) e grazie alla presenza di una via (che antiche memorie tramandano come “Via del Carroccio”), che mette in collegamento la costa del mar Tirreno con i paesi collinari e montani del Reventino e della Sila e che diverge dalla più importante Via Annia Popilia costruita dai Romani.

In via sommaria e a scopo informativo, si citano le principali emergenze archeologiche che hanno interessato il territorio di San Mango d’Aquino e che confermano il legame con le civiltà del passato: tratti di tubazioni fittili, frammenti ceramici databili a fine IV-inizi III sec. a.C., anfore e ceramica comune nelle località Serra Mancini, Salice-Spolitretto-Catusi, Fabbiano-Casa Mercuri, Pietramone-Fontana della Quercia.

«Nell’espletamento del mio lavoro di amministratore comunale ho effettuato diverse esplorazioni sul territorio e in una di queste ho potuto verificare personalmente in località Fabiano una serie di sepolture ancora integre, nonostante il saccheggio che negli anni ha subito anche questa zona. Un sito – questo di Fabiano – frequentato dal quarto secolo avanti Cristo e colpito negli ultimi anni dai lavori autostradali che hanno stravolto completamente il paesaggio. E proprio a Fabiano, in prossimità Casa Mercuri, erano state segnalate tracce di una necropoli, a cui vanno aggiunte altre emergenze archeologiche riguardanti altri siti: tombe (quasi certamente a cappuccina) in località Vignale e un tratto di tubazioni in contrada Spineto-Pruno» ricorda Francesco Trunzo vicesindaco del comune di San Mango d’Aquino.

«L’amministrazione comunale di San Mango d’Aquino si chiede da tempo dove sono andati a finire tutti questi reperti e dove si trovano attualmente, e si pone la domanda se il materiale in questione è stato esaminato, catalogato e specificato in apposite relazioni» sollecita l’amministratore, «il Comune manifesta ancora una volta la volontà di valorizzare la storia del proprio territorio per poter effettuare poi una serie di presentazioni e approfondimenti allo scopo di dare la possibilità alle giovani generazioni di conoscere la propria storia e creare un collegamento tra passato e futuro».

Il vice sindaco rivolge un appello «alle autorità e alle istituzioni competenti al fine di ottenere risposte a queste domande. Personalmente sono disponibile a collaborare per rilanciare questa iniziativa. Perché nei nostri programmi c’è il progetto di raccogliere in appositi locali tutto il materiale storico e archeologico per poi conservarlo e metterlo al servizio della comunità assieme anche ad attrezzi e testimonianze della civiltà contadina. A tale proposito è nostra intenzione chiedere ai numerosi privati, che hanno raccolto e custodito nelle proprie abitazioni una gran mole di questi materiali, di mettere questo patrimonio a disposizione degli studiosi, degli alunni delle scuole e dell’intera cittadinanza».