Da sgomberare gli alloggi occupati abusivamente in Via degli Uliveti

Sarebbero dovuti essere consegnati a settembre, ma problemi con l'impresa aggiungono ulteriori ritardi

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    A luglio aveva chiuso la seconda tappa del “giro istituzionale tra le opere pubbliche”, ora il complesso abitativo in località Carrà – Marchese composto di 20 alloggi da circa 100 mq su due piani dotati di doppi servizi, finanziato dal Ministero per l’emergenza Rom legata allo sgombero di Scordovillo, torna al centro delle polemiche.

    A generare il comunicato stampa inviato dallo staff del sindaco non è il ritardo nella consegna degli alloggi (la data prevista di consegna di tutti gli stabili era stata fissata a settembre, mancando solo le ultime rifiniture all’impresa), né che il Comune non ha stilato e pubblicato una propria graduatoria (diversa da quella degli alloggi popolari gestiti dall’Aterp) pescando tra le famiglie destinatarie dell’intervento (quindi Rom, mancando una rimodulazione con Governo e Regione) con determinate caratteristiche (si era ipotizzato di poter premiare le giovani coppie con figli che vanno a scuola, per esempio, come uno dei possibili criteri).

    A metà aprile l’amministrazione comunale ripercorre un iter che, partito ad ottobre 1997, ancora non ha visto il completamento ma anzi adesso si accusa essere al centro di «iniziative politicamente strumentali e atti completamente illegali messe in atto, alla vigilia delle elezioni».

    Lo staff del sindaco ricorda che «solo un anno dopo, il 20/10/98, il Comune stipulò una convenzione con l’Aterp a cui veniva affidata la progettazione nonché tutte le attività tecniche necessarie all’esecuzione dei lavori sino al loro collaudo. Per la scelta delle aree in cui localizzare l’intervento fu necessaria, a causa dell’inerzia comunale, la nomina da parte della Regione di un “commissario ad acta” che avviò le procedure che si conclusero solo il 29/08/2002. Le aree interessate erano quelle di località Carrà-Marchese su cui realizzare 20 alloggi e quella di contrada Mazzei su cui realizzare i restanti 8 alloggi. Dopo l’approvazione del progetto esecutivo e la relativa gara d’appalto i lavori vennero aggiudicati dalla ditta Seredi srl tra il marzo e il maggio del 2004. I lavori, avviati solo nel lotto Carrà-Marchese, furono oggetto di diverse manifestazioni di protesta da parte degli abitanti delle aree circostanti che volevano impedire la realizzazione delle opere. La lentezza con cui i lavori andarono avanti portò l’Aterp, che aveva la direzione dei lavori, a proporre la rescissione in danno del contratto che fu accolta dalla giunta comunale il 13/7/2006, ribadendo comunque la necessità di procedere nel più breve tempo possibile all’ultimazione dell’opera».

    Dati i ritardi accumulati, si sottolinea che «secondo l’Aterp le somme disponibili non erano più in grado di coprire l’intero intervento ma utili solo alla realizzazione dei 20 alloggi, i cui lavori erano già iniziati, cosa per la quale era necessaria una accettazione della rimodulazione del programma da parte della Regione. Richiesta che fu immediatamente avanzata dal Comune e sulla quale la Regione Calabria il 27 luglio del 2011 ha dato autorizzazione. Il progetto, così rimodulato, è stato trasmesso all’Aterp che lo ha approvato il 20 dicembre 2011. A seguito della successiva gara d’appalto la ditta Alex Impresit si è aggiudicata i lavori con un ribasso del 31,37% ed ha iniziato il completamento dell’opera il cui valore era di 1.320.000 euro più iva».

    Da Via Perugini si contesta così che «da allora ad oggi il Comune ha già liquidato 1.051.386 euro più iva ( di cui è bene precisare 550.000 direttamente all’impresa, 100.000 direttamente ai dipendenti per salari non corrisposti dalla ditta e 400.000 nei confronti di INPS, INAIL e Cassa Edile per le inadempienze dell’impresa nei confronti di questi enti). Il cantiere è ancora attivo anche se le evidenti difficoltà in cui versa la ditta che gestisce i lavori e il contenzioso che ha con la direzione dei lavori che è ancora di competenza dell’Aterp hanno determinato ritardi e rallentamenti. L’impresa è quindi tutt’ora responsabile del cantiere e della sua sicurezza ed è gravissimo che abbia consentito che alcuni alloggi venissero occupati ed ancora più grave che tenti di riversare su altri le proprie responsabilità».

    Il Sindaco e l’Amministrazione precisano di aver «avviato tutte le procedure, per quanto di loro competenza, per far liberare gli alloggi occupati e far concludere definitivamente i lavori portando a conclusione un’altra delle tante incompiute ereditate dieci anni fa, proseguendo sulla strada dell’integrazione dei cittadini lametini di etnia Rom e nello sgombero del campo di Scordovillo».
    g.g. 

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