Lunedì dedicazione e non inaugurazione della chiesa di San Bendetto, 2 mesi di lavoro ancora per completare il complesso interparrochiale

Spetterà ancora al Comune appaltare e realizzare le vie di accesso e la piazza che sorgerà portando il nome di Lamezia

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    «Dedicazione e non inaugurazione, perché l’utilizzo esclusivo ed unico di quel luogo sarà il culto divino. Il portale avrà la forma di un libro che viene aperto, che dà accesso al mistero di Cristo, e lo faremo con 13 vescovi e tanti sacerdoti calabresi». Presenta così Don Roberto Tomaino, da direttore delle comunicazioni sociali della diocesi, l’evento di lunedì relativo alla nuova chiesta dedicata a San Benedetto, cui parteciperà anche Pietro Parolin, Segretario di Stato, non nascondendo che «è un sogno che si realizza, come dichiarato dallo stesso vescovo. La volontà di erigere una nuova chiesa avvenne nei primi anni di episcopato di Cantafora, ad ottobre 2009 si ci era resi conto che la cattedrale storica aveva dei limiti di spazio per accogliere tutti i fedeli lametini. Il progetto dell’architetto Portoghesi potrà ospitare in modo adeguato tutta la diocesi, ma anche essere sede di eventi a carattere regionale con 700 posti a sedere al proprio interno».
    In conferenza stampa Don Roberto illustra così la giornata di lunedì, che sarà visibile anche in diretta streaming sul sito della diocesi grazie alla Live Med: «il 25 marzo in mattinata il cardinale arriverà in città per la prima uscita pubblica nella sua veste di segretario di stato, e lo farà appositamente per la Chiesa di San Benedetto. I volontari offriranno il loro aiuto sul piano logistico, con le porte che si apriranno alle 16. La prima parte della celebrazioni partirà con la presentazione del progetto da parte di Portoghesi e l’apertura dell’ingrosso da parte del segretario di stato, i vari riti seguenti si concluderanno con la deposizione di reliquie di martiri e santi sotto l’altare».
    Sul piano più semiotico si precisa che «l’elevazione a concattedrale arriverà solo dopo, perché prima ci sarà la chiesa e successivamente il rito di dedicazione ci sarà la richiesta del titolo agli organi preposti. A 50 anni dal concilio Vaticano II sarebbe un unicum per questo tipo di struttura», rimarcando anche l’importanza della data scelta: «il 25 marzo viene celebrata la solennità della luce, l’annunciazione. E’ anche l’anniversario di consacrazione del vescovo, data già usata per molti altri eventi diocesani, per questo abbiamo accolto subito l’ipotesi di sceglierla come prima occasione utile in cui il segretario di stato sarebbe stato disponibili».
    La chiesa di San Benedetto, legata alla visita del precedente Papa, potrebbe essere anche una sorta di lascito da parte di Cantafora, che dovrebbe lasciare nel corso dell’anno il proprio ruolo di vescovo per raggiunti limiti di età. Su questo aspetto però non si ci sbilancia: «non ci è dato sapere se sarà l’ultimo evento del vescovo Cantafora, non abbiamo contezza dei tempi in cui sarà nominato il suo successore dopo che ad aprile aveva annunciato le proprie dimissioni visto che è decorso il tempo di attività. Non ha lasciato nulla di incompiuto, a 75 anni continua a seguire passo passo le attività della chiesa».
    Oltre all’aspetto religioso ci sarà anche quello civile, ovvero il progetto di Piazza Lamezia che dovrà sorgere davanti alla nuova costruzione. «La scelta della piazza va legata all’attenzione che la chiesa dà al concetto di unità, l’input a far crescere Lamezia come città unita perché sarà un’opera non di una sola zona cittadina ma di tutta la comunità» rimarca Don Roberto, ma in questo caso ad occuparsene dovranno essere “i vicini di casa” del Comune di Lamezia Terme, con tutte le conseguenze del caso.
    «La piazza sarà di competenza del Comune, sia nella realizzazione che nella proprietà. Anche le altre infrastrutture di servizio come quelle di viabilità non hanno seguito la stessa celerità: una prima via di accesso è quella che dà su via Perugini accanto la stazione di servizio, dove ci saranno i parcheggi. Altra arteria di accesso sarà sul lato opposto, intervenendo anche sulla mobilità interna degli uffici comunali», spiega così l’ingegnere Francesco Stella della ditta che ha curato l’opera, la quale entro 2 mesi annuncia che saranno completate le opere previste come completamento del complesso interparrocchiale: «ci sarà una sala conferenze con alti 700 posti a sedere, accessibile da un futuro viale all’interno del piano Api che dovrà realizzare l’amministrazione comunale. Accanto ci sarà la nuova mensa caritas, che sarà aperta a tutti e non solo agli indigenti, ed inoltre un centro di studi sulle povertà. Avremo anche ambulatori medici e centri direzionali caritas per il volontariato».
    A nome della ditta Ferraro l’architetto Pietro Grandinetti esprime «l’orgoglio e la soddisfazione dell’essere stati incaricati di realizzare un’opera così imponente con una firma prestigiosa come quella di Portoghesi», snocciolando poi dati relativi al cantiere: «sono stati utilizzati 6.0000 mq calcestruzzo ed 1 milione di chili di acciaio, 42 metri è l’altezza dei campanili, le travi del solaio son di 37 metri, sul cantiere hanno operato circa 70 operai al giorno in questi 3 anni, ad oggi al 93% l’opera è stata realizzata e mancano opere secondarie e complementari».
    Il vicario del vescovo, Don Adamo Castgnaro, specifica che «lentamente il clero si sta abituando alla presenza di una nuova chiesa, che dovrà essere un luogo di comunione. Speriamo che anche i laici si innamorino di questa struttura, perché al di là delle mura saranno le persone ad animarla». A Don Domenico Cicione Strangis il compito di essere il primo rettore della nuova chiesa, al Comune quello di completare celermente le altre opere per rendere “agibile” a tutti la costruzione.

     

     

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