Nel 2020 copertura delle 4 zone scoperte dalla raccolta porta a porta, ma anche nuova vita per l’impianto di San Pietro Lametino

Si auspica anche un dissequestro celere per l'abbanco in località Stretto con di attualità la costruzione di una nuova vasca per gli scarti di lavorazione

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Da piano approvato avrebbe dovuto essere tutta coperta entro novembre, ma Lamezia Terme vedrà la fine della road map iniziata nel 2017 per la raccolta differenziata porta a porta solo nel corso dei primi mesi del 2020 (ancora 4 le zone non coperte dai mastelli nel centro della zona di Nicastro).
    Per coerenza nei ritardi anche la conferenza stampa nel Chiostro inizia quasi un’ora dopo l’orario prefissato, con il neo assessore Francesco Dattilo, che ha tra le deleghe quella ad ambiente e decoro urbano e verde pubblico, ad annunciare che «a breve ci sarà la soluzione dei problemi della discarica di località Stretto autorizzando con il dissequestro un nuovo abbanco, mentre nella fase di emergenza ci siamo appoggiati sull’isola ecologica. Una nuova vasca per gli scarti di lavorazione troverà così destinazione accanto a quella esistente in località Stretto».
    La responsabile del settore, Asnora Porcaro, riepiloga la strada seguita, sottolineando i dati prima degli ultimi step ma non il fatto che ogni anno i piani approvati non venissero rispettati, ma promettendo che ora saranno accolti avendo ottenuto i finanziamenti regionali per ampliare il numero di personale e strumentazione (mezzi, mastelli, materiale informativo, etc), potendo censire tramite il codice a barre gli svuotamenti di ogni mastello.
    Nelle nuove zone dove è stato avviato il porta a porta sono stati consegnati 23801 mastelli, che  censiti attraverso il sistema www.errediweb.com hanno permesso la registrazione di 100.728 svuotamenti da luglio ad oggi di cui 41.903 di organico e solo 14.750 conferimenti di indifferenziabile risultando in penultima posizione rispetto ai rifiuti differenziabili portati a riciclo (41903 organico, 18525 multimateriale, 15652 carta e cartone, 14750 indifferenziabile, 9898 vetro) permettendo così un importante risparmio in termini economici ed ambientali.
    «Nei quartieri con la porta a porta la differenziata sfiora il 70%» sottolinea la Porcaro, «c’è da sperare che entro fine anno con le altre zone da coprire si possa arrivare ad una cifra del 65% come previsto dalle normative. Il passo importante è però quello di educare il cittadino non solo a differenziare, ma anche a produrre meno rifiuti». In tale ottica gli incontri avuti, anche in collaborazione con l’associazione Lamezia Rifiuti Zero, per spiegare ai cittadini interessati dal nuovo servizio, e la prossima campagna nelle scuole con l’associazione Naturalmente (obiettivo incontrare giornalmente circa 300 studenti, costo per il Comune 12.810 euro con affidamento ad ottobre). La pagina Facebook ad oggi è ferma a circa 542 mi piace, ma non si ci fermerà qui annunciando che l’intenzione di potersi dotare di fototrappole come accade in altre realtà anche calabresi. «L’assunto di base è che non siano necessarie, perché la collaborazione dei cittadini si è dimostrata vincente quando chiamati in causa» conclude la funzionaria del Comune.
    Il coordinatore Calabria Comieco, Alessandro Vescio, rimarca i contributi che tornano ai Comuni più “ricicloni” (1.200.000 euro in Calabria, a Lamezia 283.000 euro per i mastelli e 3 mezzi per la raccolta della carta), con in Calabria impianti pubblici e privati (3 a Lamezia Terme) a gestire le varie frazioni. L’obiettivo è quello di raggiungere i 61 kg/abitante di carta raggiunta anche a Lamezia Terme, mentre oggi è sotto i 40 kg/abitante, con la provincia di Catanzaro ad avere avuto nell’ultimo anno la crescita esponenziale maggiore.
    Orsola Reillo, direttore generale del dipartimento ambiente regionale, ricorda i problemi del sistema sia dal punto di vista del nuovo modus operandi che prevede precise responsabilità per ogni Ato, che da quello degli impianti. «Dal 1° gennaio non si potrà più procedere in deroga per la Regione, il 2020 sarà l’anno della nuova fase per ogni Ato», rimarca la Reillo, «il problema non è tanto sugli impianti di trattamento, quanto della mancanza di discariche in cui conferire gli scarti di lavorazione. Per quanto riguarda l’impianto di San Pietro Lametino ha sofferto sia della crisi della Daneco, quanto anche dell’età molto alta dello stesso. Il 2 gennaio il nuovo gestore avrà in consegna l’impianto (dopo una prima revoca e successiva riassegnazione passando per un ricorso al Tar) e dovrebbe effettuare i lavori previsti nel bando e dare nuova prospettiva, ed anche ad Alli ci saranno nuovi lavori per dare un processo più ampio con una nuova vasca a servizio del lametino».
    Il sindaco Paolo Mascaro invita «a non soffermarsi solo a quanto è stato fatto, ma alle positività prospettate per guardare con maggiore fiducia al futuro e pensare che le criticità siano alle spalle. Raggiungere percentuali come i 61 kg/abitante di carta e cartone dipende anche dall’attività e collaborazione dei cittadini, ma il 70% delle zone già servite ci fa ben sperare», concentrandosi sulla necessità di produrre meno rifiuti sebbene sul tavolo ci siano 3 bottigliette di acqua e 6 bicchieri di plastica. Le buone intenzioni in ogni caso dovranno trovare atti amministrativi vincolanti, essendo il piano tecnico economico parte integrante della definizione della Tari 2020.
    Mascaro non nasconde come «in questa terra sono stati crimi contro l’umanità, qualora fossero confermate le accuse, perché avvelenare la terra è compromettere il futuro di tutti i figli. Per questo ogni strumento utile per scovare chi continua ad inquinare sarà perseguito, non potremmo non usare il pugno duro perché se non basta l’educazione serve la repressione». Anche perché il personale per fare controlli rimane esiguo, un aiuto dalla tecnologia sarebbe d’uopo.

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