Nelle linee programmatiche da sindaco Mascaro fedele al programma elettorale

In apertura delle 35 pagine del testo il primo cittadino ribadisce la situazione tutt'altro che florida del Comune

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Da statuto avrebbe avuto 90 giorni per presentare le proprie linee programmatiche dall’insediamento il sindaco Paolo Mascaro, che così a metà del tempo utile ha presentato le stesse in giunta per poi passare al vaglio del consiglio comunale, che fatta eccezione per l’esordio prima di Natale non ha poi visto più altre convocazioni.

In apertura delle 35 pagine del testo il sindaco ribadisce la situazione tutt’altro che florida del Comune, sia dal punto di vista economico che del personale, auspicando un atteggiamento costruttivo da parte di tutti i consiglieri comunali, anche se non mancano stilettate all’amministrazione Speranza e alla gestione commissariale. Si tende poi metaforicamente la mano anche ai 21 comuni del distretto lametino, come si auspicano rapporti solidi e propositivi con Provincia e Regione, anche perché dagli enti sovracomunali passano non pochi progetti che ricadono nei confini amministrativi della quarta città della Calabria.

Gli intenti per il mandato 2020/2025 prendono a grandi mani dal lavoro interrotto prima dello scioglimento del novembre 2017, ricordando anche la breve parentesi di ritorno in carica tra la sentenza del Tar della Calabria e la sospensiva del Consiglio di Stato a marzo dello scorso anno, copiando ed incollando il programma elettorale con cui a novembre l’avvocato lametino è tornato sindaco di Lamezia Terme.

In tale ambito rientra la riorganizzazione della macrostruttura comunale, con la necessità di poter quanto prima ottenere le necessarie autorizzazioni per poter assumere i 5 dirigenti mancanti sui 7 settori esistenti. Compito dell’amministrazione sarà presentarsi il 5 maggio in commissione ministeriale con tutti i documenti in regola, mentre in via Perugini si afferma di voler ridare vigore e fiducia al personale in servizio riconoscendo le indennità e la contrattazione decentrata.

Si conferma la volontà di aggiornare lo Statuto comunale, innovare e semplificare la macchina burocratica, completare l’iter avviato nel 2017 con il Corecom per far ospitare nella delegazione municipale di Sant’Eufemia la sede della trattazione delle controversie.

Si confida di continuare l’opera amministrativa avviata dal 2015 in merito a debiti fuori bilancio, numeri civici, contenziosi, uscita dal piano di riequilibrio, affidamento beni confiscati, finanziamenti già ottenuti con progetti da chiudere, lotta all’abusivismo ed occupazioni abusive in concerto con la Prefettura. Su Piano Spiaggia e Psc si valuta di aggiornare per quanto possibile i due strumenti urbanistici, ma senza ripartire da zero, dando un passo più celere ad area Api, Pip Rotoli e Progetto Sara rallentati tra vincoli e difficoltà burocratiche.

Mascaro affida ad Agenda Urbana diversi interventi strutturali, che però non compaiono esplicitamente nell’ultima rimodulazione di giugno, elencando gli interventi necessari per cui trovare finanziamenti sia per gli impianti sportivi che per quelli culturali o sociali. In tale ottica è espressamente indicata l’intenzione di aprirsi al confronto con i privati, vista la penuria di risorse economiche pubbliche, in vari ambiti (cimitero, sport, verde pubblico, decoro urbano, etc) citando anche l’attuale protocollo di intesa per il waterfront dell’area industriale e gli investimenti possibili legati alla Zes.

Sull’aspetto di lungomare (citando anche l’etichetta della Riviera dei Tramonti), mobilità urbana, turismo Mascaro si ricollega a progetti già noti come gli hub intermodali accanto le stazioni ferroviarie di Nicastro e Sant’Eufemia, collocando il polo fieristico nell’area industriale.

Si parla di sanità, cercando di dare una visione di pungolo non avendo competenze il Comune sul tema, mentre sul tema campo Rom si certifica come la situazione dei 416 residenti a Scordovillo sia rimasta immutata sotto la gestione commissariale mentre rimane valido il gruppo interistituzionale che aveva delineato l’ipotesi di sgomberare totalmente l’area entro fine 2020 con graduali processi di integrazione. La terna commissariale, nella relazione di fine mandato passata in sordina vista l’assenza di commenti politici o istituzionali, in realtà aveva avanzato delle richieste alla Protezione Civile regionale su cui ora sarà l’attuale amministrazione a dover rispondere.

Sulle attività produttive si cercheranno fonti di finanziamento di sostegno, ma si propone anche di rimodulare l’attuale piano del commercio, oltre che legare il tutto al mondo del sociale.

Il tutto in 5 anni, anche se già i prossimi mesi saranno cruciali tra ricorsi al Tar (17 marzo quello dei 5 Stelle, 7 aprile delle liste di Massimo Cristiano, entrambi potrebbero far tornare al voto la città), pronunciamento della commissione ministeriale, atti amministrativi da dover emettere per l’ordinaria amministrazione.

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