Entro giugno dovrebbe essere indetta la gara per i lavori di bonifica dell’ex discarica Bagni foto

Impegnando circa 6 milioni, gli stessi dovrebbero iniziare nell'arco di un anno, data la lunga fase burocratica, con prescrizioni specifiche per il dopo

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La bonifica dell’ex discarica Bagni, il cui iter lungo e complesso è passato di amministrazione in amministrazione senza trovare ancora una conclusione, è stata oggetto questa mattina dell’audizione in terza commissione consiliare di Asnora Porcaro, unico funzionario in forza al settore ambiente in via Perugini.

«Dai primi studi di caratterizzazione effettuati dalla ditta incaricata dalla Regione, che coprirà i costi di bonifica di circa 9 milioni, i livelli di piombo, arsenico e manganese erano i medesimi a monte della discarica e all’interno della stessa. Essendo la piana lametina un ex terreno paludoso, ipotesi è che tali dati, come quelli riscontrati nell’area industriale, derivino dal fondo composto da torba», ha spiegato la Porcaro nel lungo recap di un intervento che ha visto chiamati in causa più enti negli anni, con annesse polemiche politiche, per fasi di studio ed indagine non immediate e semplici nella propria realizzazione.

Ci sono stati poi anche gli studi suppletivi successivi, spiega il funzionario: «l’autorità di bacino, che è stata convocata successivamente rispetto ai primi rilievi, ha effettuato uno studio su ipotesi di esondazione del corso del fiume e possibili infiltrazioni nell’area. Altro discorso è la mancata manutenzione del corso d’acqua, con gli argini che già sono passibili di cedimento ed il letto invaso da vegetazione ed altri impedimenti, ma la competenza è di enti diversi non comunale, che può solo sollecitare».

Se la «commissione di gara esterna ha concluso i propri lavori a giugno dello scorso anno», la Porcaro rassicura anche che «la progettazione esecutiva integrata dello studio dell’autorità di bacino, consegnata dalla Regione al Comune, rileva che i rifiuti sembrano ormai stabilizzati quindi non più produttori di biogas».

Entro giugno dovrebbe essere indetta la gara per i lavori, da circa 6 milioni, e gli stessi dovrebbero iniziare nell’arco di un anno, data la lunga fase burocratica da seguire, con prescrizioni specifiche per il dopo: «conclusa questa fase la ditta consegnerà la progettazione finale su cui si baseranno i lavori, successivamente la bonifica ci potrà essere una conversione che però, essendo area demaniale con vincoli precisi, non potrà prevedere nuove edificazioni o altri interventi. Una volta isolata l’area, infatti, verrà tombata in cemento con copertura superiore di nuova vegetazione»

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