Conte conferma la Pasqua in quarantena, per la fase 3 nessun riferimento temporale prevedibile

"Non siamo ancora nella condizione per poter abbracciare una condizione diversa"

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«Non siamo ancora nella condizione per poter abbracciare una condizione diversa», ripete più volte il premier Conte in conferenza stampa, confermando il prolungamento fino al 13 aprile delle norme più restrittive.

«Allentare la presa vanificherebbe quanto fatto fino ad ora», precisa Conte invitando «tutti a rispettare le chiusure. La sparuta minoranza che non rispetta le regole sta andando incontro a sanzioni rigorose, oltre a non avere rispetto per chi quotidianamente si sacrifica andando a lavoro, come le attività sanitarie».

Sarà quindi una Pasqua in quarantena, ma per il presidente del consiglio «è un sacrificio per poter consolidare determinati dati. Non siamo però nelle condizioni di poter dare una data da cui si allenteranno le misure restrittive, la fase 3 ovvero l’uscita dall’emergenza sarà quella della ricostruzione della nostra vita sociale». Ad oggi però fissata a data da destinarsi.

Si ci appella nuovamente all’unione dell’Europa per affrontare la crisi, anche alla luce delle proposte della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, confermando che «stiamo affrontando un nemico invisibile che la stessa comunità scientifica ha difficoltà ad inquadrare. Le nostre scelte seguono le indicazioni del comitato scientifico nominato».

Le esigenze dell’economica e sociali vengono dopo a quelle della salute, ribadisce il presidente del consiglio, citando anche la sospensione di possibili allenamenti di squadra per quanto riguarda l’ambito sportivo, chiarendo che «nessuno ha autorizzato l’ora di passeggio per i bambini, ma il chiarimento della circolare emanata dal Viminale chiarisce solo l’ambito ristretto ad un solo genitore nei pressi del proprio domicilio».

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