La giunta pronta a proporre di affidarsi per gli appalti comunali a Reggio Calabria

I costi per l'amministrazione comunale si aggirano in varie percentuali con base dello 0,25% dell'importo della gara

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Dopo l’esperienza passata, durata poco, con il Comune di Soveria Mannelli, la giunta comunale di Lamezia Terme propone di aderire alla centrale unica di committenza del Comune di Reggio Calabria, “delocalizzando” così parte del lavoro previsto in via Perugini nella parte più meridionale della regione.

A relazionare in prima commissione sulla pratica è il segretario generale, Pasquale Pupo, ricordando la disciplina che regola tale istituto ma anche la carenza di personale in servizio in via Perugini che rallenta e compromette il regolare svolgimento anche di determinate gare come appalti ed affidamenti. Determinate di queste incombenze, quindi, con la centrale unica di committenza passerebbero fuori dalle già oberate scrivanie lametine, passando in via telematica dalla città dell0 Stretto nella fase che va dalla pubblicazione del bando all’aggiudicazione definitiva (quindi comprendendo anche la verifica delle varie documentazioni).

I costi per l’amministrazione comunale lametina si aggirano in varie percentuali con base dello 0,25% dell’importo della gara, con ulteriori percentuali dello 0,1% e 0,2% a seconda della tipologia di bando. Quote che sono state deliberate dalla città metropolitana, e valgono così per qualsiasi amministrazione volesse aderire alla centrale unica di committenza,

Sul perché non ci sia rivolti a Provincia o Comune di Catanzaro, o direttamente alla Regione, chiede spiegazioni Rosario Piccioni, tema su cui Pupo distingue tra situazioni simili per criticità per quanto riguarda il personale (Comune di Catanzaro), piattaforma non pronta (Provincia) o ancora da implementare (Regione), con quindi la scelta di Reggio Calabria come caso già attivo cui rivolgersi, anche se perplessità sulla tenuta della macchina comunale dello Stretto sono emerse nella campagna elettorale recente reggina oltre al colore opposto politico a Mascaro dell’amministrazione Falcomatà.

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