Il Comune non accetta la pratica per la ricostruzione di un tumulo funerario, il privato transenna l’area nel cimitero

Come già emerso durante il biennio commissariale, tra privati e pubblico non mancano le divergenze catastali

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Contenzioso urbanistico all’interno del cimitero di Nicastro tra amministrazione comunale ed un privato cittadino. Nodo del contendere la scelta da parte di quest’ultimo di “transennare” parte della strada interna con 4 manufatti in cemento a forma di cubo delle dimensioni di cm. 36 x 36 x 34, con altrettanti paletti in ferro conficcati nei manufatti a sostegno di 2 catene in acciaio della lunghezza di m. 2,50.

La vicenda inizia però a luglio dello scorso anno, con la richiesta del permesso di costruire un nuovo tumulo funerario delle dimensioni di m. 2,80 x 2,30, su un’area resasi libera dalla demolizione del vecchio manufatto funerario delle dimensioni di m. 140 x 2,30, opera demolita mediante autorizzazione rilasciata dall’Ufficio Tecnico del Comune di Lamezia Terme in data 23/06/1984 prot. N° 11203.

Nel frattempo gli uffici tecnici di Comune e Lamezia Multiservizi, che gestisce i servizi cimiteriali, respingevano la richiesta per carenza documentale, ambito contestato dal cittadino in 5 istanze diverse inviate tra il 28 ottobre e l’8 aprile, diffidando per altro gli enti pubblici «per l’occultamento del reliquato cimiteriale, con la bitumazione dell’intera superficie, adibita al libero transito di persone e mezzi, e conseguente profanazione del luogo di sepoltura in argomento, per non aver provveduto né alla recinzione dell’area cimiteriale».

Come già emerso durante il biennio commissariale, tra privati e pubblico non mancano le divergenze catastali, e così il privato cittadino ha deciso a luglio di recintare per conto proprio l’area contesa ma oggi utilizzata come pubblica via, portando a testimonianza un’annotazione redatta nel 1984 da un tecnico comunale, mentre secondo via Perugini «il documento risalente al 1908, allegato alla richiesta di permesso sopra citata, non permette di identificare e di quantificare in modo inequivoco, l’avvenuto ampliamento del tumulo funerario già esistente, con raddoppio della consistenza planimetrica dell’assegnazione del suolo cimiteriale originario».

A settembre di quest’anno nuovo diniego alla pratica edilizia, rilevando inoltre che l’area in oggetto risulta l’unico accesso idoneo, per raggiungere i luoghi di sepoltura ubicati in altra area e consentire lo svolgimento dell’attività cimiteriale.

Oggi l’ordinanza di rimuovere entro 10 giorni la recinzione abusiva, e dopo tale termine sarà il Comune a provvedere a liberare l’area.

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