Aspettando nuovi ingressi tra dipendenti e dirigenti, gli appalti sopra soglia lametini affidati a Reggio Calabria

La pratica passa con 17 favorevoli, contrari Guarascio, Piccioni, Villella, Cittadino.

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«In attesa di avere il parere della commissione ministeriale, dalla prossima settimana dovrebbero partire le procedure di mobilità per rimpinguare in parte i vuoti di organico al Comune». L’annuncio del sindaco Paolo Mascaro anticipa la richiesta di approvazione al consiglio comunale della proposta di aderire alla centrale unica di committenza della città metropolitana di Reggio Calabria, con così i bandi sopra soglia che da via Perugini saranno trasferiti per la parte gestionale in riva allo Stretto di Messina con il comune lametino a corrispondere 0,25% dell’importo a base di gara, con tetto massimo di 10.000 euro.

Mancando un adeguato numero di dirigenti e dipendenti, infatti, ogni gara di appalto di un certo livello non poteva essere agilmente gestita dagli uffici comunali, con anche problemi tecnici in alcuni casi come l’impossibilità di costituire le varie commissioni di gara. Non essendoci a disposizione analoghe centrali in provincia di Catanzaro, si ci è rivolti a quella di Reggio Calabria, come già affrontato in commissione sia con lo stesso primo cittadino che con il segretario generale.

Entro 30 giorni dal completamento della parte burocratica lametina, la centrale di committenza dovrà pubblicare la gara, con convenzione che inizialmente avrà una durata di 5 anni con possibilità di recedere con 30 giorni di preavviso. «L’auspicio è che entro la fine del 2021 il nostro Comune possa essere nuovamente nelle condizioni di poter gestire tutte le gare da sè», precisa Mascaro, mentre in commissione la pratica è passata con 6 voti di astensione. Da quel fronte Lucia Cittadino palesa le proprie perplessità nel fatto che «aderire a istituti così complessi possa rallentare le pratiche vista la mole di lavoro già in essere a Reggio Calabria. Con il personale a regime anche Lamezia Terme potrà gestire da sé i vari ambiti».

Ruggero Pegna rimarca come «l’organismo della città metropolitana sarebbe auspicabile anche per la nostra provincia, visto che per cercare il servizio di centrale unica di committenza non ci siamo potuti appoggiare a Catanzaro ma a Reggio Calabria, fermo restando che anche io auspico un ritorno alle piene funzioni del nostro Comune».

Annalisa Spinelli sostiene che «l’adesione è l’unica alternativa plausibile attuale, andando per altro ad incidere non su tutti gli atti comunali ma solo su alcuni specifici», mentre Pietro Gallo si concentra sul concetto di «operatività, e l’attuale proposta ha in sé l’ambito solo gestionale e non decisionale delle pratiche. Un ulteriore passaggio verso la normalità risiede però nel ritrovare un apparato dirigenziale completo e competente».

Giancarlo Nicotera parla invece di «proposta che è anche stimolo per il nostro territorio, nel riconoscere che buone pratiche possono esserci anche in Calabria», mentre Mimmo Gianturco valuta che «bisogna trovare ogni strada possibile per velocizzare le pratiche amministrative».

Rosario Piccioni lamenta che «ci troviamo in questa situazione perché l’ufficio appalti è andato in affanno per la mancata formazione di chi doveva sostituire chi sarebbe andato in pensione», non nascondendo come «sia Reggio Calabria che comuni della provincia sono stati sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata nel campo degli appalti» mentre «sia dalla provincia di Catanzaro che dalla Regione non sono arrivate risposte a questa nostra esigenza». Aquila Villella invita «a rivedere i rapporti con il sindaco e presidente della provincia di Catanzaro, viste le recenti assunzioni avvenute nella città capoluogo».

La pratica passa con 17 favorevoli, contrari Guarascio, Piccioni, Villella, Cittadino.

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