“La Chiesa diventa lume se è capace di offrirsi, di consumarsi per amore, per puro spirito di servizio”

Concelebrazione eucaristica del 2 febbraio scorso, giorno della Candelora e della vita consacrata, in Cattedrale.

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«La Chiesa diventa lume se è capace di offrirsi, di consumarsi per amore, per puro spirito di servizio. In questo cammino sinodale che siamo chiamati a vivere, riscopriamo sempre di più la bellezza della nostra chiamata, del nostro battesimo, del carisma di ognuno di voi, dei padri fondatori e delle madri fondatrici, nel segno della comune appartenenza, con gioia ed offrire la nostra vita per la salvezza e la redenzione di tutti». Così il vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, nell’omelia durante la concelebrazione eucaristica del 2 febbraio scorso, giorno della Candelora e della vita consacrata, in Cattedrale.

«La nostra vita e la nostra fraternita – ha aggiunto Schillaci – si nutra sempre di più di questo obiettivo. Questo cammino sinodale ci faccia capaci di andare incontro a tutti, nessuno escluso. Il nostro cammino sinodale ha questo obiettivo: riscoprire il nostro essere Chiesa che è partecipazione missionaria. Essere Chiesa sempre più tenendo presente questa obiettività con questa prerogativa: la fraternità. Ed il riferimento non può che essere Lui, il Signore della nostra vita. Il Diavolo è il grande divisore che si insinua nella nostra vita, nei nostri rapporti. Cristo ha sconfitto il Diavolo consacrando sè stesso. Cosa offrire se non consegnarsi?».

«I segni di poco fa – ha proseguito il Vescovo – ci riportano alla nostra fede. La benedizione delle candele è il richiamo alla notte pasquale, è il richiamo di Cristo che è luce ed è luce che si è consegnata, offerta, consumata».

Al termine della concelebrazione eucaristica, Schillaci, dopo un saluto di don Aldo Figliuzzi, Vicario episcopale per la Vita Religiosa e Consacrata, ha consegnato un dono a suor Rita Mossoni dell’ordine delle Pastorelle parrocchia santa Maria delle Grazie Sambiase per il 60/mo anno di vita consacrata.

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