Approvato in consiglio comunale l’affidamento per 9 anni dell’illuminazione pubblica alla Green Light

Opposizione che contesta il non avere ricevuto subito la delibera del 7 marzo, non trovando accoglimento la scelta di rinviare la discussione di una settimana

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Approvata in consiglio comunale la richiesta di affidare per 9 anni il servizio di illuminazione pubblica alla ditta vicentina Green Light, per un costo annuo di circa 2 milioni di euro.

Una seduta iniziata con 83 minuti di ritardo rispetto all’orario previsto, con 11 consiglieri di maggioranza e 10 di opposizione presenti, ripercorrendo i fondi persi dalla gestione Alecci sul precedente progetto di finanza ed il nuovo indirizzo che secondo il primo cittadino Paolo Mascaro comporterà un miglioramento del servizio con minori costi per la pubblica amministrazione stimati in 194.000 euro annui.

La proposta in votazione prevede il passaggio del servizio dalla Lamezia Multiservizi, che aveva sottoscritto il contratto nel 2010, ad un nuovo gestore esterno tramite la convenzione Consip esistente, ma anche la messa in servizio di oltre 2.000 punti luce attualmente fuori uso.

Nella delibera di giunta del 7 marzo si rimarca che «allo stato attuale, gli impianti di pubblica illuminazione esistenti, in gran parte realizzati tra gli anni 70” e 90”, risultano vetusti ed obsoleti non essendo stati nel corso degli anni oggetto di adeguamento funzionale e di rinnovamento tecnologico, pertanto, sono numerosi i pali di pubblica illuminazione che si presentano corrosi alla base e con organi illuminanti notevolmente e/o totalmente compromessi» parlando di «una carente illuminazione lungo alcune viabilità anche all’interno dei centri abitati» e che «si rende pertanto ormai necessario provvedere all’efficientamento energetico degli impianti attraverso la sostituzione di lampade tecnologicamente obsolete con apparecchi illuminanti a elevata efficienza, insieme all’installazione di componenti di impianto utili all’ottimizzazione, regolazione e risparmio di energia, oltre a ciò si rende necessario ed improcrastinabile provvedere ad interventi di manutenzione straordinaria degli impianti stessi». Prevista inoltre la sostituzione di tutti gli organi illuminanti con sorgente luminosa con lampade a scarica, con nuovi corpi illuminanti a tecnologia Led ad alta efficienza, inoltre verranno installati dispositivi per il telecontrollo e la gestione energetica degli impianti.

La prima richiesta di preventivo da parte del Comune risale al 9 marzo 2021, con nuovo a settembre dello stesso anno aggiornato alle esigenze lametine, prevedendo la gestione di 13.339 punti luce di cui 13.282 relativi alla Pubblica Illuminazione e 57 punti luce relativi a lanterne semaforiche suddivisi su 246 POD (punti di prelievo energia). A questi si aggiunge anche il servizio Smart City, ed assistenza alla redazione e revisione dei Put (piani urbani del traffico) e dei piani regolatori dell’illuminazione pubblica comunale (Pric), con possibilità di quote aggiuntive su nuovi punti luce o situazioni più specifiche (come illuminazione monumenti, altro tipo di esigenze).

La linea dell’opposizione è quella di chiedere però il rinvio della pratica ammettendo di essere impreparata su un atto pubblicato oltre un mese prima.

Piccioni (Lamezia Bene Comune) lamenta non che una delibera di inizio marzo sia discussa a fine aprile, ma che «si faccia tutto in fretta, quando non c’è urgenza di scadenze o esaurimento dei fondi, con l’opposizione che tiene il numero legale sia in commissione che in consiglio», chiedendo un rinvio della pratica perché non si è abbastanza approfondito e non si è tenuto in conto di simile proposta avanzata nel 2016 dalla Lamezia Multiservizi.

Idiosincrasia per l’albo pretorio e contestazione all’assenza di mail dirette viene espressa anche da Gianturco (Fratelli di Italia) che lamenta un’assenza di dialogo con i partiti, che sono però all’opposizione in consiglio comunale, e sposa la linea della procrastinazione perché si sostiene che i consiglieri comunali non siano sufficiente edotti della pratica. Il collega di partito Gallo analizza invece l’aspetto del costo dell’energia, attualmente al centro di rincari per motivi internazionali, «ambito che all’interno della convenzione dovrebbe essere più flessibile per evitare di trovarci poi con difficoltà in seguito».

Guarascio (Nuova Era) reputa che «sostituire le lampadine costerà 1.700 euro», ma che il problema sia «estetico, non di mero funzionamento dell’illuminazione» e che «l’obiettivo debba essere quello di diventare una comunità energetica autosufficiente, di avere un controllo sul servizio migliore di quello attuale». Dallo stesso gruppo Cittadino precisa che «non ci deve essere un’approvazione senza un confronto tra le parti vero e approfondito, anche tecnico, non possiamo fare delibere aprioristicamente».

Antonio Mastroianni (Forza Italia) continua sulla linea della contestazione della poca conoscenza del contratto che si chiede di votare, ammettendo però che il problema in alcune zone della città non sarebbe rinviabile ancora per molto tempo.

Pegna (Udc) chiede come il resto della minoranza un migliore approfondimento «perché la pratica non è mera manutenzione, ma programmazione per rendere migliore la città e, visto il tema, “ridare luce” a tutte le zone lametine».

Villella (Pd) ammette di «non avere un’idea precisa per il troppo poco tempo avuto e l’assenza di competenze tecniche, e non possiamo fare scelte vincolanti per la città in fretta senza essere consapevoli» avendo trovato su internet le contestazioni alla ditta nella città di Genova dove i costi e l’appalto sono diversi nel sostenere che «ci sono alternative più green e più economiche da valutare».

Dalla maggioranza Davide Mastroianni fa presente che «rinviare la pratica non ci dà la certezza che il plafond esistente rimanga tale, e che non venga poi assegnato ad altri Comuni che invece ancora non hanno concluso le proprie proposte», Zaffina ricorda invece che «già una volta per lo stesso servizio tramite Consip è stata persa l’occasione per aver perso tempo. L’amministrazione deve dare risposte immediate ai cittadini che non vogliono strade al buio e sicure, l’aspetto tecnico è stato affrontato già dal Consip».

Per Costantino «non è più rinviabile la questione dell’illuminazione pubblica, ulteriori approfondimenti non comporterebbero una modifica sostanziale della proposta in essere che già ha passato vari passaggi», la Spinelli sottolinea che «la delibera è stata pubblicata l’8 marzo, noi come consiglieri dobbiamo prestare attenzione anche a ciò che non ci viene trasmesso tempestivamente. Non possiamo rallentare procedimenti che vanno verso il bene della città», posizione sposata anche dalla D’Amico sottolineando che «il 25% del plafond già impegnato riguarda solo gli affidamenti già in essere, quindi il 75% residuo potrebbe esaurirsi in breve termine viste le richieste che già eccedono il limite massimo».

A chiudere il giro di interventi il sindaco Mascaro, per il quale «è il consiglio comunale la sede per chiedere approfondimenti, ma non vuol dire che non si debbano prendere le decisioni che vanno nell’interesse della città in breve tempo. Il percorso è quello nazionale Consip, quindi determinate verifiche ed affidamenti non sono stati discrezionali comunali, il consiglio comunale è chiamato a scegliere come procedere per l’affidamento data la difficoltà della Lamezia Multiservizi di poter assicurare investimenti da 5 milioni e manutenzione su tutti i punti luce».

Il primo cittadino ammette che «incognita è quella della parte variabile relativa al costo dell’energia, ma sarà un ambito che vale per tutti i Comuni e non discrezionale», ma anche che «la sola proposta lametina assorbirà l’11% del plafond  rimasto disponibile, e già durante la gestione commissariale i ritardi ci hanno portato a non avere più fondi disponibili. Nulla ci vieta, in caso di opportunità, ad avere interventi di abbellimento successivi per quanto riguarda l’estetica ma dipenderà dai tipi di finanziamento cui potremo aderire».

Al momento della votazione, dopo oltre 2 ore e mezzo di dibattito, i due schieramenti rimangono sulle proprie posizioni: maggioranza contraria al rinvio richiesto dall’opposizione di una settimana di una pratica che il 29 aprile non vedrebbe la possibilità di fare modifiche, mentre invece 13 favorevoli (maggioranza e Pegna), 3 astenuti (Gallo, Cittadino, Guarascio) e 6 contrari (Piccioni, Gianturco, Villella, Antonio Mastroianni, Folino, Rubino) alla proposta di delibera per come presentata in aula.

Al momento della votazione dei 10 debiti fuori bilancio opposizione che lascia in ordine sparso l’aula, con la pratica che trova 10 favorevoli, 7 astenuti e 7 assenti.

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