Serafino Parisi è stato ordinato Vescovo. Mons. Panzetta: “essere strumento vivo nelle mani di Cristo”

Nella sua omelia l'Arcivescovo della Diocesi di Crotone - Santa Severina ha parlato della nuova missione che attenderà Parisi: "l più bel regalo che abbiamo in mente di farti è una promessa di preghiera; ovunque andrai la preghiera della nostra gente ti accompagnerà".

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Il più bel regalo che abbiamo in mente di farti è una promessa di preghiera tu sei figlio e fratello, ovunque tu andrai la preghiera della nostra gente ti accompagnerà.

Con queste parole Mons. Angelo Raffaele Panzetta ha concluso la propria omelia, nel giorno della consacrazione a Vescovo di Don Serafino Parisi. Nel tardo pomeriggio di oggi, nel comune che ha dato i natali a Don Serafino, si è svolta l‘intensa e sentita celebrazione, che ha richiamato non solo i fedeli di un po’ tutta l’arcidiocesi di Crotone – S. Severina, ma anche quelli di Lamezia Terme, che sabato prossimo accoglieranno il loro nuovo Vescovo. Accanto a mons. Panzetta, come vescovi consacranti, il predecessore di Parisi, ora vescovo di Nicosia, Mons. Schillaci e Claudio Maniago, arcivescovo metropolita di Catanzaro – Squillace. Presenti anche altri vescovi e una folta rappresentanza del Clero calabrese. Nel corso della sua omelia, Mons. Panzetta, ha parlato ampiamente di quello che sarà il servizio che Mons. Parisi dovrà compiere da adesso.

 L’ordinazione episcopale – ha detto l’arcivescovo di Crotone – Santa Severina – assomiglia ad un roveto ardente perché l’ordinato e la comunità intera è travolta dal fuoco dello Spirito che interviene nella vita dell’ordinato e la trasforma; ma questa sera dovremmo allargare la metafora e parlare di un altoforno di grazia. Sono certo che questo calore, che questa intensità spirituale diventi come dice San Bonaventura: Incedio amoris.

Una consacrazione che, se letta alla luce della Parola, è un intervento di Dio che fa conoscere la sua mano ai suoi servi e al suo popolo, per cambiarne la vita: “Quella di oggi – ha rimarcato Mons. Panzetta – non è il punto di approdo di una carriera, ma siamo sicuri che c’è un intervento della mano di Dio, e noi suoi servi riconosciamo che questo intervento è un intervento storico salvifico che coinvolge tutta la nostra chiesa”. Questo è il secondo vescovo, da quando è stato eletto Mons. Panzetta, che esce in poco tempo dalle fila del clero della diocesi crotonese; un altro figlio di questa terra che sta rispondendo sempre presente alla chiamata vocazionale del Signore, che invita ad essere “strumento vivo nelle mani di Cristo”. Attraverso le tre letture odierne, poi l’Arcivescovo ha indicato una traccia per il Vescovo neo eletto, evidenziando i tre capisaldi che ne caratterizzeranno la nuova missione. Una missione che partirà dalla ricostruzione, rimettendo in piedi un popolo e consolarlo. La pandemia ha lasciato solchi profondi nella vita di tutti ed ovviamente anche nella vita dei fedeli. Ora toccherà a Mons. Parisi, affrontare questo dramma esistenziale, affrontando lo scoraggiamento che alberga nei cuori di tutti.

Chi è l’apostolo di Cristo? L’apostolo di Cristo è uno che è stato rimesso in piedi da Cristo. Il Vescovo non è un superuomo, ne è segnato da una santità particolare, ma uno che è stato rimesso in piedi dalla consolazione di Dio. Un segno di speranza che siamo stati consolati da Dio per portare consolazione ad altri.

Citando la seconda lettura, l’Arcivescovo, ha parlato della necessità di vivere ed annunciare un cristianesimo che vive il suo presente in previsione del futuro. Che non rimanga ancorato o tenda ad un ritorno al passato, rifugiandosi in schemi legati ad una cristianità antica, ma che guardi con fiducia al domani. E questo lo si può fare “guardando al mistero della croce di Cristo, seguendo la logica del seme che muore, della vita donata nell’amore”.

Bisogna mettere in conto le stigmate. Esiste il Venerdì Santo, esiste il tradimento. Paolo però ci insegna a capire che queste cose non sono il fallimento della nostra missione, ma sono segno della verità di questa missione. Sarà una strada impegnativa, ma la grazia di Dio ci sostiene.

Infine Mons. Panzetta, parlando dal Vangelo odierno, ha evidenziato tre stili con cui andare ed “annunciare ai popoli come trovare la perla preziosa della loro vita”. Uno stile orante, che vada incontro a Dio e cerchi Dio, perché la missione “fiorisce con la preghiera”. Ma anche il coraggio e lo spirito di pace dovranno essere caratteristiche di questa missione, affinché non con lo stile dei lupi, ma con quello degli agnelli, si diventi segno di questo amore.
Un’ultima nota, in conclusione, ha poi voluto aggiungere Mons. Panzetta, parlando dello stemma scelto da Mons. Serafino Parisi. Uno stemma che riporta il versetto dei Galati e che rappresenta “il sogno di Chiesa che Don Serafino ha in mente. Una chiesa al servizio degli altri, perché la vera libertà si compie nell’amore e il vero amore si compie nel servizio”.

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