Sugli scarichi fognari prossima una serie di controlli sulle utenze costiere, problemi per censimento ed età del sistema

Entro fine mese dovrebbero essere conclusi i lavori sugli impianti di depurazione finanziati dalla Regione tra Acquafredda e Miglierina, nel frattempo questa mattina si è fatto il punto della situazione in terza commissione

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Entro fine mese dovrebbero essere conclusi i lavori sugli impianti di depurazione finanziati dalla Regione tra Acquafredda e Miglierina, nel frattempo questa mattina si è fatto il punto della situazione in terza commissione sulla questione degli scarichi fognari con vertici amministrativi (sindaco Mascaro e assessore Stella), l’amministratore unico della Lamezia Multiservizi, Eliseo Bevivino, ed il viceomandante della polizia locale, Aldo Rubino.

Sollecitati anche da un’ordinanza regionale, il componente della giunta Mascaro riepiloga i passaggi avvenuti fino ad ora, tra obblighi normativi attuali e situazioni precedenti da dover rivedere, ed in tale contesto Rubino rimarca come il Comune non riesca ad avere una banca dati aggiornata e completa, dovendo incrociare dati di più enti, ma sull’onda dell’invito di Occhiuto la prossima settimana si dovrebbe partire con una serie di controlli sulle utenze costiere.

Non si nasconde come poi la tematica abbia da dover monitorare anche scarichi ricadenti in territori attigui, o direttamente nei torrenti, con la necessità di dover coordinare gli interventi tra più soggetti (esempio i dati richiesti per quanto riguarda l’area industriale, o i report di attività sollecitati agli autospurgo per verificare anche l’entità del numero di utenze servite).

Al momento le utenze collettate centiste dalla Multiservizi sono circa 32.000 su oltre 316 km di rete, spiega Bevivino, non nascondendo le difficoltà esistenti in zone più periferiche e che un quadro generale realistico manchi anche a livello regionale. Come tutta la rete idrica, anche in questo caso emerge il problema di un sistema vetusto (le due principali zone cittadine risalgono ad impianti degli anni settanta, dovendo poi tenere conto dell’espansione del territorio) soggetto quindi ad eventuali rotture e malfunzionamenti, oltre ad illeciti volontari da parte di utenti (tra i motivi di ostruzione trovati nel tempo anche palloni super santon, pezzi di macchinari, rifiuti speciali di vario genere). L’amministratore della società partecipata riepiloga gli interventi di emergenza che si sono dovuti effettuare, reputando però come siano stati pochi quelli di portata maggiore rispetto alla manutenzione effettuata annualmente dalla Multiservizi, smentendo i ritardi lamentati in alcune zone e distinguendo i mancati interventi dovuti ad utenti non in regola con l’utenza idrica o non censiti.

Altro confronto è quello sulla condotta idrica nel raffronto tra la quantità di acqua ottenuta da Sorical (10 milioni di litri acquistati), e quella scaricata (8,6 milioni arrivati al depuratore), dovendo tenere in considerazione anche le perdite lungo la condotta ed eventuali allacci non regolari.

Tutto fermo sugli interventi che erano stati candidati a valere sul Cis Acqua, con la mancanza ad un anno di distanza anche di una mera graduatoria sugli interventi da valutare da parte dell’Agenzia della Coesione Territoriale.

Anche in questo caso da un lato ci sono gli allarmismi, dall’altro i dati delle istituzioni e le indagini degli organi inquirenti, con nei prossimi anni tutto il ciclo dell’acqua che passerà ad Arrical.

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