Ruggero Pegna chiede un tavolo di confronto sul bando per Grandi Eventi della Regione Calabria

Più punti contestati dal promoter lametino sia sull'esito che lo sviluppo della procedura regionale

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In merito al Bando per Grandi Eventi della Regione Calabria, di cui è stata pubblicata la graduatoria provvisoria lo scorso 1 aprile, con 7 mesi di ritardo rispetto alla data prevista dallo stesso Avviso, interviene ancora con una lettera al Presidente Spirlì il promoter Ruggero Pegna, amministratore e direttore artistico della Show Net, componente di Assomusica (Associazione Italiana Organizzatori e Produttori di Spettacoli dal Vivo), già nella Consulta Ministeriale per lo Spettacolo dal 2012 al 2016, storica figura del settore in Calabria con il suo Festival Fatti di Musica e la sua programmazione ultratrentennale di altissimo prestigio.

«La gestione del Bando per Grandi Eventi, che avrebbe dovuto essere un’opportunità, innanzitutto per gli operatori professionali del comparto dello Spettacolo dal Vivo, peraltro nell’anno della pandemia – afferma Pegna – si è rivelata disastrosa per una serie di ragioni, a cominciare dalla stessa visione complessiva di un settore che rappresenta un’autentica Industria Culturale e di Promozione Turistica, con migliaia di occupati e ricadute positive di ogni tipo. Si è registrata, infatti, un’inimmaginabile e incomprensibile involuzione, che ha demolito molto di quanto costruito in lunghi e faticosi anni».

Tra le carenze lamentate: «la riduzione del budget complessivo, dagli oltre 10 milioni di euro investiti nell’ultimo bando triennale per Grandi Festival Storicizzati dalla precedente Giunta regionale, ai 2 milioni del bando in oggetto, cioè con una riduzione di oltre l’80%, ha drasticamente tagliato una quantità di Festival ed eventi sparsi in tutta la Calabria che già avevano ottenuto la Storicizzazione e, semmai, avrebbero dovuto ottenere potenziamenti per la loro crescita. In pratica, per sostenere un settore vitale per la Calabria, fatto di decine di Festival divenuti patrimonio regionale e migliaia di occupati, è stato destinato quanto il costo dei 5 minuti dello spot di Muccino, pure rimasto inutilizzato in quanto, per farlo trasmettere dalle tv, bisognerebbe investire altri svariati milioni di euro. Il suddetto importo di 2 milioni di euro, inoltre, è stato stanziato in un unico bando per Grandi Eventi da 300.000 euro a progetto, cioè un massimo di 7 progetti finanziabili per intero, senza tenere conto che nelle annualità precedenti era stata sempre promossa anche una linea da 110.000 euro, con la quale si erano potuti realizzati decine di festival, rimasti oggi senza il fondamentale sostegno per la loro effettuazione e con la perdita di un’annualità. Né tantomeno la linea da 50.000 euro per eventi nei borghi può ritenersi sostitutiva per evidenti ragioni».

Altri aspetti evidenziati nel merito specifico del Bando per Grandi Eventi vedono: «non è stato rispettato il termine per la pubblicazione della graduatoria, previsto per fine agosto e slittato all’1 aprile; la prima graduatoria stilata a inizio settembre è stata annullata e secretata, con sostituzione di Commissione, responsabile del procedimento e finanche della dirigente dell’Assessorato; la Commissione definitiva si è insediata con mesi di ritardo, per continue rinunce; dalla stessa graduatoria si evince chiaramente e clamorosamente la mancata conoscenza del settore da valutare da parte della Commissione che, evidentemente, ignorava completamente anche la storia stessa dei bandi degli Eventi Storicizzati della Regione Calabria, mettendo in discussione progetti ultratrentennali o, comunque, con il rispetto di tutti i requisiti di storicità già certificati fino all’anno precedente dalla stessa Regione Calabria».

Inoltre «per essere pagati, ai vincitori del Bando viene richiesto, infatti, un attestato di effettuazione dell’evento entro lo scorso 31 dicembre; scadenza prevista, sì, dall’Avviso, ma dallo stesso Avviso che prevedeva la graduatoria entro fine agosto e il pagamento del 90% del contributo in due acconti necessari per la realizzazione dello stesso evento. Come ci si poteva accollare circa 500.000 euro di costi senza conoscere l’esito della graduatoria? Come si poteva, quindi, effettuare l’evento entro il 31 dicembre, peraltro con chiusura per Covid da ottobre in poi, se la graduatoria è uscita giorno 1 aprile ed è stata preceduta da totale incertezza perfino sulla validazione del bando? E’ evidente che solo venendo a conoscenza dell’esito, con sottoscrizione della convenzione, si potevano affrontare e anticipare i costi, trattandosi di importi altrimenti insostenibili per qualsiasi operatore, giacché la modalità stessa del bando prevedeva che il contributo potesse coprire addirittura fino all’80% dei costi».

«In attesa dell’esito delle varie procedure di ricorso attivate dal mio legale avvocato Tiziano Lio e da molti altri organizzatori di festival – conclude Pegna – chiedo al Presidente Spirlì di convocare urgentemente un tavolo con i rappresentanti regionali delle principali Associazioni Nazionali di categoria, per discutere dei fatti specifici e delle linee politiche generali rivolte al settore. Non è possibile assistere alla demolizione del lavoro di anni, addirittura in un momento in cui c’era bisogno di maggiori sostegni, per una visione miope del comparto, la superficialità e l’incompetenza di Uffici e Commissioni, l’incapacità nel gestire dinamiche che negli anni avevano sviluppato un’autentica Industria della Cultura e della Promozione, oggi umiliata da decisioni e atteggiamenti del tutto imprevedibili. Comprendendo la molteplicità di problemi connessi al Covid che la Presidenza ha dovuto affrontare ritengo comunque impossibile soprassedere sulle molteplici criticità evidenziate nell’ultimo anno dall’apparato burocratico nella gestione di questo settore».

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