Le associazioni delle produzioni di spettacoli e musica dal vivo chiedono un tavolo di confronto alla Regione

Si rimarca il paradosso dell'ultimo bando per grandi eventi e si contesta la gestione generale dell'attenzione al settore

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    Francescantonio Pollice, coordinatore regionale AGIS Calabria (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), Ruggero Pegna e Gianlugi Fabiano, rappresentanti Assomusica Calabria (Associazione Italiana dei Produttori e Organizzatori di Spettacoli di Musica dal Vivo), che riuniscono le principali associazioni e imprese professionali del settore, rimarcano come «in un anno terribile per l’intero comparto culturale e dello spettacolo dal vivo, tra i settori più colpiti dalla pandemia, come sottolineato ieri dal ministro Franceschini in relazione ai dati 2020 forniti dalla Siae, con attività, budget e fatturati quasi azzerati per l’impossibilità di programmare, in Calabria la situazione è addirittura catastrofica».

    Si ricorda come «in relazione alle graduatorie provvisorie dei bandi Grandi Eventi e Cultura 2020, infatti, registriamo con amarezza punteggi, ammissioni ed esclusioni incomprensibili, nonché la richiesta pregiudiziale da parte della Regione dello svolgimento dell’attività durante i lockdown che ancora oggi, ininterrottamente dal 26 ottobre scorso e ancor prima da marzo a giugno 2020, ne hanno impedito lo svolgimento. Tra l’altro, a differenza di quanto fatto dallo Stato e dalle altre regioni italiane, ad oggi la Regione Calabria non ha erogato alcun ristoro alle imprese culturali. Per questo abbiamo rivolto al Presidente Nino Spirlì e alla Sua giunta appello e una richiesta d’incontro che, ancora una volta, rinnoviamo».

    Si rimarcano le ricadute occupazioni ed economiche che gravitano intorno al settore cultura ed eventi dal vivo, rimproverando come «per la prima volta dal 2001, infatti, non solo sono venuti a mancare i normali sostegni sempre assicurati da ogni giunta Regionale, prima attraverso la “D.G.R. n. 412 del 2001 L.F. 2001 – Art. 9 comma 25, regolamento di attuazione degli interventi in materia di Spettacolo”, poi con la “L.R. n. 13 del 28 marzo 1985 art.65 Organizzazione e sviluppo del Turismo in Calabria”, ma si è cambiata visione e filosofia rispetto agli “Avvisi per Grandi Festival Storicizzati e Grandi Eventi per la Valorizzazione dei Beni Culturali e il Rafforzamento dell’Offerta Culturale in Calabria”. Nello specifico, dopo aver definanziato la L.R.13/85 art.65 che dava respiro a molte piccole e medie imprese dello spettacolo, per i Grandi Eventi, pur apprezzando l’innalzamento della quota massima di contributo necessaria per competere a livello nazionale, si è ridotto il budget complessivo, ben sapendo che così si sarebbero potuti finanziare solo sei/sette Festival, ignorando che la stessa Regione aveva da anni storicizzato ben 12 festival e altri potrebbero legittimamente inserirsi. A questa discutibile decisione, si è aggiunta la cancellazione della linea che assegnava un contributo di 110.000 euro a decine di altri Festival, improvvisamente definanziati e annullati o drasticamente ridimensionati».

    Il Bando per il Marchio Grandi Eventi si sostiene essersi «trasformato in una commedia all’italiana: la graduatoria prevista a fine agosto è arrivata addirittura lo scorso 1 aprile, dopo l’annullamento di una prima graduatoria redatta entro i termini previsti dall’Avviso Pubblico, con la sostituzione della Commissione che l’aveva stilata e del Responsabile del procedimento, nonchè l’avvicendamento di dirigenti ad interim ecc. La seconda commissione, nominata a bando abbondantemente scaduto, costituita da indiscusse professionalità nel campo del dissesto idrogeologico, protezione civile, gestioni rifiuti, che sia chiaro rispettiamo, ma certo non esperte del settore, ha prodotto una graduatoria provvisoria subito contestata, con la conseguente paralisi di tutto il settore per via di ricorsi e atti giudiziari avviati da quasi tutti i partecipanti, inclusi buona parte degli aggiudicatari provvisori ai quali, paradossalmente, non si vuole concedere il finanziamento per mancata realizzazione dell’attività durante il lockdown».

    Altro aspetto contestato è che «si depotenzia il settore proprio nel momento in cui il Ministero della Cultura aggiunge 32,5 milioni di euro al FUS 2021 destinati alle nuove istanze, impedendo così agli operatori calabresi di concorrere a causa del mancato e indispensabile cofinanziamento regionale».

    Si chiede così alla giunta regionale e al suo presidente, alle forze politiche di maggioranza e opposizione ad aprire «un tavolo di confronto per delineare le prospettive future del nostro settore, ben consapevoli che l’Industria dello Spettacolo dal vivo in Calabria, costruita in decenni di sacrifici, ha acquisito affidabilità e credibilità nazionali superando lo scetticismo di produzioni e artisti, ha formato personale tecnico e di servizi di caratura assoluta, ha regalato grandi emozioni a centinaia di migliaia di fruitori dei nostri spettacoli che, come percepiamo, desiderano rivivere non appena l’affievolirsi dell’emergenza pandemica lo consentirà».

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