Pioggia di ricorsi al Tar annunciati contro il bando grandi eventi 2020 e critiche verso la Regione

Legalmente impossibile effettuare prima l'evento e dopo siglare la convenzione del finanziamento

Sul bando dei grandi eventi 2020 emanato dalla Regione Calabria non si placano le polemiche, con 4 dei maggiori festival musicali (Ama Calabria, Fatti di Musica, Peperoncino Jazz Festival, Festival di Autunno) che si trovano ora in un cortocircuito: valutati positivamente in una prima graduatoria, esclusi in quella definitiva perché non effettuati entro fine 2020, sebbene l’approvazione della graduatoria sia arrivata tra il 1 aprile e il 28 maggio 2021.

Nell’effettuare la “cronistoria” partita a maggio 2020, si specifica come il bando rientri nella promozione turistica, «la stessa che ha visto l’affidamento diretto del prodotto audiovisivo diretto da Muccino», rimarca Francescoantonio Pollice, direttore artistico della rassegna di Ama Calabria. L’iter si trova ad arrivare già ad estate in corso, ma un primo ostacolo arriva con la graduatoria stilata in 2 tempi «ma il 18 settembre invece che pubblicare la graduatoria per come riesaminata, la Regione sospende il procedimento esautorando la commissione. Su questo primo aspetto come Ama Calabria abbiamo fatto richiesta di accessi agli atti, tramite ricorso presentato anche al Tar Calabria. Perché è stata annullata sia la graduatoria che la commissione?»

Il racconto di Pollice passa così dal 24 settembre al 31 dicembre 2020, «lasso di tempo in cui la Regione non sostituisce la commissione, che arriva il 21 gennaio. Nonostante tutti gli atti fossero pronti, la graduatoria arriva solo il 1 aprile, con il paradosso di escludere Fatti di Musica dopo anni di eventi internazionali perché non riconosciuto come evento storicizzato. Alla Regione si “destano”, e riconoscono nella graduatoria definitiva il 28 maggio nuovamente l’importanza degli eventi Show Net, facendo fuori però tutti gli eventi come Ama Calabria, Fatti di Musica, Trame, Festival di Autunno, Peperoncino Jazz Festival perché non effettuati nel 2020. E lo stesso paradosso sta avvenendo ora nel 2021, visto che arrivati a giugno non abbiamo ancora un bando pubblicato».

Si rimarca come «gli stessi Dcpm hanno impedito la realizzazione degli eventi, ma l’ulteriore paradosso è che la stessa Regione in una stanza diversa proroga la possibilità di effettuare gli eventi finanziati nel 2019 fino al termine del 2021 riconoscendo le limitazioni dovute alla pandemia. In questo modo oltre al danno economico c’è anche il problema di credibilità verso gli artisti che si contattano».

Si chiedono quindi «risposte a Spirlì, oltre che agli uffici, perché la questione grandi eventi tramite l’avvocato Alfredo Gualtieri sarà oggetto di ricorso al Tar Calabria. Una via legale che non è contro i colleghi, ma per dare chiarezza sulla procedura».

Ruggero Pegna della Show Net ha avanzato «denuncia querela verso la Regione Calabria per tutti i fatti presentati, una somma di gravità ed irregolarità, per un bando che alla fine si conclude dopo un anno con diverse ombre tra le varie sostituzioni e ritardi». Il promoter lametino contesta che «i soggetti privati negli anni hanno garantito qualità da serie A per il settore della musica dal vivo, i contributi pubblici servono a compensare tutte le lacune di un territorio senza grandi strutture o fuori mercato».

Pegna rimarca come «nel precedente bando triennale erano stati 12 i festival storicizzati, ambito ignorato dalla Regione stessa cambiando chi era chiamato a giudicare. Andando a vedere chi componeva la commissione, erano tutti competenti in altri campi come urbanistica e territorio, ma non cultura. La stessa graduatoria è troppo discrezionale e poco scientifica rispetto ai numeri del nostro settore, ambito di ricorso anche da parte di altri soggetti, perché effettuare gli eventi senza sapere se si fosse ammessi al finanziamento comportava una serie di scoperti nei pagamenti».

Sull’ambito economico si contesta come «gli stessi 2 milioni di euro che dovevano cofinanziare 12 grandi eventi, sono stati stanziati per 4 minuti di spot con altrettanti di titoli di coda in modo diretto per un prodotto ancora non mandato in onda. Al netto del dibattito sui gusti personali, si è demolito il settore dello spettacolo dal vivo che dava lavoro non agli artisti che si esibivano, ma a tanti professionisti calabresi».

Sergio Gimigliano del Peperoncino Jazz Festival aggiunge che «essere trattati come qualcosa di effimero e quasi inutile fa male. Anche essere definito evento storicizzato conta nulla se ogni anno ci troviamo a ripartire da zero, con sempre bandi diversi con l’ultimo a dare una serie di vincoli anacronistici come i 10 giorni nello stesso luogo».

Si lamenta che «la cultura non può essere solo turismo o economia, ma neanche si può dimenticare che i fondi Pac servono proprio per il rilancio dei territori», portando il proprio esempio dell’evento che doveva tenersi a dicembre a Cetraro «con anticipi su spese documentate già da luglio, con i Dcpm a bloccare ogni evento. Era legalmente impossibile effettuare prima l’evento e dopo siglare la convenzione del finanziamento».

I ricorsi al Tar dai vari organizzatori sono così al momento 5, ma andranno a salire, con 6 progetti finanzianti in questo bando ma non tutti presenti negli altri.

La conferenza stampa si è tenuta nella sede dell’Ama Calabria, già location prima della pandemia delle rimostranze locali per la gestione della terna commissariale lametina giunta a fine 2017 dei beni culturali. Passano gli anni ed il settore continua ad avere ostacoli burocratici a vari livelli.