“Il Bando Grandi Eventi della Regione Calabria negli ultimi due anni è diventato un’autentica farsa che offende i professionisti del settore”

Fuori dagli eventi finanziabili per esaurimento fondi Fatti di Musica, Peperoncino Jazz Festival, Calabria Fest Tutta Italiana

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«Il Bando Grandi Eventi della Regione Calabria negli ultimi due anni è diventato un’autentica farsa che offende i professionisti del settore dei Grandi Eventi e del grande spettacolo musicale dal vivo», condanna Ruggero Pegna, promoter lametino che rimarca come «dopo la sentenza di ieri del Consiglio di Stato che, in merito all’edizione dello scorso anno, ha confermato la sentenza del Tar favorevole ad una serie di progetti esclusi, a conferma dell’assurda gestione dell’apparato politico-burocratico regionale denunciata in tutte le sedi e perfino alla Procura della Repubblica, oggi è arrivata la graduatoria provvisoria del Bando 2021, che conferma l’affronto offensivo e provocatorio alla storia stessa dei grandi eventi in questa regione».

Nello specifico si denuncia che «fuori dall’area finanziabile per esaurimento dei fondi ancora una volta “Fatti di Musica”, l’oscar del live che quest’anno ha offerto un’edizione straordinaria, unico festival partecipante al bando che ha toccato location spettacolari e storiche di Reggio Calabria e Diamante, con un format originale di rilevanza nazionale, unico ad avere come media partnership ufficiale la Rai e a presentare alcuni dei live di maggior prestigio dell’anno, con attenzione anche alla valorizzazione dei talenti calabresi e con lo stesso premio di Gerardo Sacco, testimonial dell’arte e della creatività di questa regione. Unico festival, peraltro, ad omaggiare l’Anno Dantesco 2021 con la proposizione della più imponente Opera Musical dedicata, presentata in Senato e premiata come Migliore Produzione dell’Anno».

Pegna lamenta come «stessa sorte anche per il Peperoncino Jazz Festival, tra i Festival Jazz più affermati d’Italia e per il Calabria Fest Tutta Italiana, peraltro tutti riconosciuti ufficialmente dal Ministero della Cultura. In pratica, fuori i più grandi festival musicali di questa regione, unici ad avere una reale risonanza nazionale. E’ uno scandalo, non ci sono altri termini. Uno scandalo che nasce innanzitutto dalla volontà politica di aver ridotto ad un milione e duecentomila euro, cioè al minimo storico, il budget per i Grandi Eventi. Sarebbe bastato portare a due milioni tale importo per evitare discriminazioni, mediando intelligentemente tra favoritismi e merito. E’ avvilente e faticoso, ma siamo costretti ad avviare un nuovo iter di accessi agli atti e di conseguenti azioni giudiziarie».

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